La comunicazione visiva è molto importante in una società così dinamica e sempre più esposta a strategie di marketing di ogni tipo. Oramai, l’individuo è perennemente bersaglio di svariate tecniche pubblicitarie più o meno invasive, che lo hanno spinto a sviluppare una sorta di anticorpo in grado di proteggerlo dal bombardamento dei messaggi promozionali. Proprio per questo motivo, sono nate e stanno crescendo nuove tecniche di marketing che consentono di sfruttare l’occhio umano per catturare l’attenzione del potenziale cliente, senza che esso se ne accorga. Un esempio? Il visual merchandiser. Vediamo insieme cos’è il visual merchandising e perché potrebbe rappresentare una professione interessante per gli amanti del fashion e del design.
Come diventare visual merchandiser Stiamo parlando di una professione che, dall’esterno, non è probabilmente molto conosciuta ma che, per chi mastica design, rappresenta uno degli sbocchi lavorativi più soddisfacenti sia da un punto di vista artistico, che da un punto di vista puramente remunerativo. Dai grandi marchi alle piccole boutique, tutti cercano la collaborazione di un visual merchandiser che possa ridisegnare non solo l’estetica delle vetrine e del punto vendita, ma anche del brand in questione. Il design, infatti, se applicato al merchandising diventa una vera e propria arma di marketing, in grado di segnare positivamente il successo di un negozio e, di conseguenza, il suo volume d’affari. In Italia esistono scuole di design davvero all’avanguardia in questo settore, come l’Istituto Marangoni, capace di offrire corsi di visual merchandising, progettati per garantire al designer una forte preparazione e la possibilità di poter fare una professione che garantisce tantissimi sbocchi lavorativi.
Cos’è il visual merchandising Il visual merchandising è l’arte di esporre un prodotto in vetrina, o di organizzare il design di un punto vendita, in modo tale da catturare l’attenzione del cliente e da metterlo nelle condizioni di desiderare l’acquisto, attraverso un’esperienza che sia soddisfacente a partire dalla prima impressione che la persona ha del negozio e del prodotto esposto. In altre parole, un visual merchandiser ha il compito di allestire le vetrine di punti vendita, negozi, centri commerciali e boutique per attirare innanzitutto l’interesse di chi si trova a passare da quelle parti: una volta che il potenziale cliente verrà attratto dalla vetrina, e dallo stile di esposizione del prodotto, sarà invogliato ad entrare in negozio per dare un’occhiata. A quel punto, il visual merchandiser dovrà aver sviluppato in modo consono il design degli interni del negozio, in modo tale da renderlo adatto al target che quell’attività intende raggiungere: se questa operazione verrà fatta con professionalità e qualità, il cliente si sentirà talmente a suo agio che potrà più facilmente decidere di acquistare qualcosa e, probabilmente, tornare in seguito. L’esperienza precedente, infatti, sarà stata talmente positiva da rimanere impressa nella sua memoria e da rappresentare la prima opzione, quando si tratterà di dover fare nuovamente un acquisto.
Cosa fa concretamente il visual merchandiser Adesso che abbiamo chiarito la teoria del visual merchandising, occorre vedere cosa fa nel concreto questa tipologia di professionista del design. Il visual merchandiser si occupa di innanzitutto di allestire le vetrine dei negozi, in modo tale da stuzzicare l’interesse e la fantasia delle persone: all’atto pratico, il designer utilizza i manichini per ricreare delle situazioni che possano ricordare al cliente le situazioni della quotidianità, come ad esempio quattro chiacchiere scambiate nel salotto di casa. Appena il cliente vedrà una vetrina del genere, senza accorgersene tenterà di identificarsi, immaginandosi mentre indossa quel vestito o quel particolare tipo di accessorio. Sentendosi attirato da questa quotidianità così familiare, sarà più facile che entri in negozio. In secondo luogo, il professionista si occuperà di ridefinire il design degli interni della boutique.
Discussione su questo articolo