Quello che è certo è che non è stata una conferenza stampa come le altre. Mentre il presidente della Bce Mario Draghi stava parlando, una giovane manifestante è saltata con tutti e due i piedi sulla scrivania del governatore, lanciandogli addosso coriandoli e gridando "End the Ecb dictatorship" (ovvero "stop alla dittatura della Bce", slogan che aveva anche sulla sua maglietta). Visibilmente spaventato, Draghi ha però ricominciato la conferenza stampa dopo pochi minuti, scherzando sull’accaduto: "Ricomincio con tono positivo" ha detto riprendendo le fila del suo ragionamento.
Adesso, spiega un portavoce della Bce, bisognerà indagare per capire come la contestatrice sia riuscita a entrare e ad arrivare tu per tu con il numero uno dell’Eurotower: "Non aveva un accredito da giornalista. Stiamo facendo delle verifiche" spiega un portavoce della Bce. Già il mese scorso l’inaugurazione della nuova sede della Banca centrale europea aveva visto veri e propri atti di guerriglia urbana a Francoforte.
Venendo invece ai temi affrontati nel corso della conferenza stampa, Draghi ha spiegato che gli acquisti dei titoli di Stato porteranno a un significativo aumento dell’inflazione, aiutandola a salire "vicino ma al di sotto del 2%".
I tassi di inflazione rimarranno ancora bassi nei prossimi mesi ma, prevede il presidente della Bce, "sono previsti invece in rialzo alla fine del 2015 e ulteriormente in aumento nel 2016 e 2017". Parlando del Quantitative Easing, "dobbiamo focalizzarci su una piena implementazione della nostra politica monetaria" ha detto Draghi, sottolineando: "Attraverso queste misure contribuiremo a un ulteriore miglioramento dello scenario economico, a una riduzione della stagnazione economica e a una ripresa della domanda di credito".
Il numero uno dell’Eurotower insiste poi sul fatto che gli stimoli della Bce devono essere accompagnati dalle riforme strutturali ("Per raccogliere appieno i frutti della ripresa tutte le aree della politica devono dare il loro contributo") e da politiche fiscali che mirino a "supportare la ripresa economica, pur rimanendo all’interno del Patto di stabilità e crescita".
Capitolo Grecia: l’ipotesi di default da parte di Atene al momento non è "nemmeno presa in considerazione" da parte di Draghi, il quale spiega che nella riunione odierna l’eventualità di tagli al debito greco "è stata citata ma non è stata oggetto di discussione". La conferenza stampa si è poi insolitamente chiusa – in virtù del contrattempo – con un applauso da parte dei giornalisti al governatore: "Grazie – ha risposto Draghi – questo vostro applauso mi è di gran conforto".
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