Il contagio da altri partner dell’Eurozona in difficoltà; le lacune nella governance europea; l’incertezza del quadro politico con l’approssimarsi delle elezioni. Sono questi i fattori che secondo Mario Monti incidono sul ‘deludente’ andamento dello spread. Eppure il messaggio del presidente del Consiglio, nel giorno in cui il differenziale fra Btp e Bund tedeschi vola oltre i 500 punti base, e’ per certi versi rassicurante: perche’ nonostante gli elevati tassi per rifinanziare il debito non serviranno altre manovre (anche se sono in arrivo tagli per imprese e partiti); e perche’ l’Italia ha la capacita’ di affrontare eventuali tempeste finanziarie anche senza l’aiuto dell’Europa.
Quando il presidente del Consiglio scende in conferenza stampa e’ chiaro che non intende parlare del Cdm appena concluso. Lascia che siano Catricala’ e Patroni Griffi a spiegare i criteri del riordino delle province e il mancato accorpamento delle festivita’. Il suo compito e’ rassicurare il Paese, ma senza indorare la pillola. Prima pero’ si leva alcuni sassolini dalle scarpe. La lettura di settimanali e quotidiani vicini a Berlusconi non gli e’ piaciuta: cita gli articoli di Panorama sull’ipotesi, poi rimasta nel cassetto, di razionalizzare alcune festivita’; di Libero sulla ‘condanna dell’Italia’ ad un ‘Ventennio’ con Monti; de ‘Il Giornale’ su una presunta patrimoniale sopra i 250mila euro. ‘Titoli ad alta emotivita’ e basso realismo’, li bolla Monti.
Che poi offre la sua lettura della crisi. Il governo – assicura – ‘non ha nessuna intenzione’ di fare un’altra manovra e nell’incontro al Quirinale non si e’ discusso di ‘emergenze finanziare o di decreti in agosto’. Fin qui le buone notizie. Quelle cattive riguardano ovviamente il differenziale con il bund tedesco. ‘Lo spread delude’, ammette lui per primo, dicendo che aveva sperato in un qualche beneficio dalle riforme varate. Ci tiene pero’ a sottolineare quanto sia migliorata la situazione rispetto al governo Berlusconi. ‘Nel novembre 2011, lo spread era a 574’, mentre ‘oggi siamo a 490’. Un decremento dunque, seppur ‘deludente’, c’e’.
Passa quindi ad analizzare le ragioni del livello del differenziale: ‘Un contagio in corso c’e”, anche se – precisa – ‘non da oggi’. E per bloccarlo – ed e’ questo il secondo fattore – bisognerebbe superare le lacune nella governance dell’Eurozona, solo in parte colmate dalle decisioni del Vertice di fine giugno su banche e scudo. Quei principi ora andrebbero tradotti ‘in meccanismi operativi’, ma – riconosce lui stesso – servirebbero anche ‘strumenti piu’ efficaci’. Cio’ che non dice e’ che lo scudo – anche nel caso in cui l’Esm passi il vaglio della Corte costituzionale tedesca – cosi’ come concepito non ha quell’effetto deterrente sperato dall’Italia. Ma prima del pronunciamento dei giudici tedeschi sarebbe inutile avviare un nuovo braccio di ferro con Berlino. Ecco perche’, sottolinea Monti, l’Italia deve farcela ‘con le proprie forze’, senza ‘tendere la mano’ per chiedere il salvataggio europeo. Magari contando, in caso di necessita’, sull’intervento della Bce per acquistare titoli sovrani.
L’altra ragione dietro gli alti tassi sta ‘nell’incertezza del quadro politico’, acuita dall’avvicinarsi delle elezioni. Ecco perche’ il premier chiede alle forze politiche di ‘non allentare impegno e ritmo decisionale’ e ai sindacati di conservare quel senso di responsabilita’ che ha consentito la ‘tenuta del sistema sociale’. Il governo, per parte sua, proseguira’ sulla strada dei tagli agli sprechi. E misure potrebbero arrivare in tempi rapidi, forse prima di Ferragosto, sia per il riordino degli incentivi alle imprese che sui costi della politica. Gli studi di Amato e Giavazzi – spiega infatti Monti – sono sul tavolo del governo e decisioni saranno prese ‘in tempi brevi’.
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