Versace cresce a due cifre grazie ai nuovi negozi aperti con l’aiuto del socio americano Blackstone e anticipa i tempi per la borsa: entro un paio d’anni. ”Vorrei farla io”, afferma l’amministratore delegato Gian Giacomo Ferraris parlando della quotazione e indica come obiettivo il 2017, ultimo del piano che e’ impegnato a realizzare, se non gia’ l’anno prossimo.
Blackstone, entrato nella maison lo scorso aprile con un investimento di 210 milioni per una quota del 20%, ”ha sposato il nostro business plan e, come fondo di private equity, ci da’ la disciplina per andare in borsa. Stiamo realizzando il piano e con loro il rapporto e’ da luna di miele”, spiega il manager. ”Il passaggio di Versace ai criteri contabili Ifrs nel 2014 e’ una tappa e contiamo nel 2015 di fare la road map per l’Ipo”.
In ogni caso ”l’idea della famiglia e’ di mantenere il controllo anche con la quotazione”. ”Rispetto ad altri gruppi e’ stata fatta la scelta di rimanere indipendenti”, aggiunge a proposito dei marchi italiani preda di investitori esteri. L’anno appena concluso ha segnato un altro passo avanti verso l’obiettivo degli 800 milioni di fatturato nel 2107 e di un margine operativo nell’ordine del 20%. I ricavi hanno raggiunto i 548,7 milioni (+16,9%), sostenuti da vendite retail di 310,8 milioni (+16,1%) legate all’apertura di 40 nuovi negozi (altre 30 boutique sono in arrivo nel 2105 in Usa, Europa, in Asia, in particolare Giappone). Il margine operativo lordo si e’ attestato a 67,6 milioni (+9,8%) e l’utile netto a 26,3 milioni (+27%).
”Quando si superano i 500 milioni di euro di ricavi le aziende riescono a respirare”, osserva Ferraris. Gli investimenti (55 milioni nel 2104, dei quali 49 per le nuove aperture, contro i 21,8 complessivi dell’anno prima) non hanno cosi’ frenato i profitti ”anche se i costi d’affitto sono aumentati e abbiamo investito molto nella pubblicita’ con Lady Gaga”. I primi tre mesi del 2105 sono partiti bene e il gruppo della Medusa vede anche quest’anno una crescita a due cifre.
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