Chi vorrà fare il medico il prossimo anno dovrebbe vedersela ancora con una "prova selettiva" per iscriversi a Medicina, anche se rivista rispetto alla lotteria dei quiz del passato e preceduta da massicce dosi di orientamento dalle scuole superiori. Mentre la riforma, quella che prevederebbe l’accesso libero di tutte le matricole e uno sbarramento al primo anno o dopo sei mesi, partirà nel 2016.
Il ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dopo settimane di attesa, fa chiarezza, in una intervista al Sole 24 Ore, sul destino del tanto contestato test su cui anche quest’anno sono piovuti migliaia di ricorsi con conseguenti iscrizioni in più (oltre 5mila) dei ricorrenti: "Proprio in questi giorni ne ho parlato con i rettori e con le forze della maggioranza a cui ho fatto capire l’esigenza di cambiare, con quale soluzione alternativa si vedrà. Il mio obiettivo resta quello di garantire l’accesso libero agli studenti che verranno misurati e selezionati in base agli esami e al loro curriculum", "puntiamo già dal prossimo anno a introdurre un serio orientamento in tutte le scuole, perché questo è essenziale per una prima scrematura in base all’autoesclusione degli studenti che scopriranno così da soli di non avere l’inclinazione per medicina". Inoltre "stiamo studiando una prova selettiva che elimini il test così come è stato finora, un calderone di domande che non rispetta il principio del diritto allo studio e quello della meritocrazia. Per la riforma si partirà nel 2016 perché non vogliamo mettere a rischio la qualità del primo anno del corso di Medicina, secondo per qualità solo alla Francia, secondo tutti i ranking internazionali".
"Cercheremo di trovare i fondi per l’Invalsi, perché la valutazione della scuola è un cardine. Cosi come per gli Afam, le scuole superiori che formano artisti e musicisti. Mancano 10 milioni, una goccia nel mare , ma essenziale per far partire la rivisitazione organica di tutto il comparto". Così il ministro dell’Istruzione fa il punto sulle possibili modifiche in programma in Senato sulla legge di stabilità per quanto riguarda il suo dicastero. Si augura quindi possa passare l’emendamento del Pd a firma di Francesca Puglisi sui ricercatori: "Sono d’accordo con la sua impostazione perché non mette in discussione la filosofia del Governo che proprio con la legge di stabilità e a costo zero consente di liberare le risorse già presenti negli atenei virtuosi per le assunzioni di 1.500 ricercatori in due anni". L’emendamento, sottolinea, prevede "la creazione di un fondo per quello che già qualche mese fa definivo un piano straordinario di assunzioni di giovani ricercatori. Dovrebbe valere 50 milioni all’anno per tre anni. In tutto si tratta di 150 milioni, una cifra interessante che può consentire 850 assunzioni in più all’anno. Certo serve il via libera dell’Economia".
Discussione su questo articolo