La telenovela d’estate è finita come doveva finire: una alleanza tra i 5Stelle e il PD che non mi stupisce, ma mi riempie di rabbia e delusione. Vincono i “buoni”, ovviamente, anche perché è chi distribuisce le carte che stabilisce chi siano i buoni e i “cattivi”. La sinistra è buona per definizione, Salvini e la destra sono cattivi, antidemocratici, violenti e andranno (andremo) pure all’inferno.
Sarà un governo perfino politicamente più logico di quello con la Lega: come verificato dal voto sulla piattaforma Rousseau – mai verificabile per definizione e che guarda guarda ha sempre premiato chi ha indetto i plebisciti – sotto sotto i grillini sono infatti un movimento populista di sinistra che trova più naturale un’alleanza con “la sinistra per bene”, anche se era quella che a chiacchiere fino all’altro ieri dicevano di dover combattere fino alla morte.
Il nemico da battere era l’odiato Salvini e nella consueta logica del “contro” ecco i due partiti (e la pattuglia fuori dal tempo dei comunisti “doc” di LEU) andarsene felicemente a braccetto. Certo: Calenda, la Bonino e altri più raziocinanti dicono “no” ma rimangono soprattutto nelle orecchie di tutti le false, spudoratamente false dichiarazioni di Zingaretti che per settimane e per mesi ha smentito ogni rapporto con i grillini, salvo sposarli e sbaciucchiarli alla prima occasione.
Non è quindi una sorpresa questa alleanza giallorossa, ma mi porta alla rabbia e alla delusione perché mai come in questa occasione si conferma come in Italia nulla mai debba cambiare.
Mi ero illuso per un attimo che al netto delle superficialità, populismi, demagogia e – permettetemi – a volte profonda ignoranza dei problemi (e mi riferisco ovviamente in gran parte alla componente grillina) si potesse cominciare però ad immaginare per il nostro Paese un qualsiasi ma vero cambiamento di rotta, quello che gli stessi grillini hanno pontificato per mesi. Ci sarebbe stata un’Italia se si fosse andati a votare, un paese che avrebbe cominciato ad alzare la voce in Europa, ribellandosi alla dittatura economica franco-tedesca.
Macchè, pur di non andare a votare il M5S ha scelto di sopravvivere alleandosi (e subendo) chi la “gestione del potere” la sa fare sul serio e ha quindi afferrato al volo questa possibilità fornita da degli incoscienti che non si rendono conto che saranno mangiati e digeriti da partner ben più cannibali ed organizzati della Lega.
Non mi piace infatti il termine “poltrone”, troppo abusato, ma piuttosto “Potere “(P doverosamente maiuscola) perchè il PD rappresenta appunto il Potere per eccellenza, quello che casualmente era rimasto nell’angolo (anche perché raccoglie al massimo un quarto delle simpatie degli italiani) ma subito è tornato in sella.
Il PD comanda (e comanderà) perché tutti i poteri forti sono con lui: i magistrati e le solerti procure, la RAI, la Chiesa, l’informazione e la grande stampa, l’Europa, gli apparati burocratici e clientelari dello stato, delle regioni e degli enti locali e poi la scuola, il potere economico e le banche “amiche”, la “Kultura”, i radical-chic con i loro salotti, gli attori pronti a prostituirsi per una particina, gli alleati franco-tedeschi. E quell’imbecille di Di Maio pensa di essere più furbo di loro? Se ne renderà conto nei prossimi mesi quando non toccherà palla e sarà sempre più messo ai margini.
Ma è l’Italia che mi preoccupa: ritornano in auge i Renzi, i Prodi e gli Zingaretti, ovvero la dimostrazione che è sempre “cosa loro”. Ci siamo già dimenticati l’arroganza del ducetto di Firenze? Il referendum che lo ha bocciato (ma Renzi non aveva giurato che se perdeva se ne sarebbe andato “per sempre” dalla politica?). Pochi mesi e sono state dimenticate le responsabilità giudiziarie, morali, d’affari del suo “cerchio magico”? Evidentemente i grillini lo hanno già fatto stendendo tappeti rossi (appunto) ai padroni di sempre.
Gente che negli anni con Draghi alla BCE, gli acquisti forzosi dei nostri titoli di stato e il mondo in espansione non solo non hanno saputo far crescere l’Italia, ma hanno fatto aumentare il debito in maniera esponenziale. Anche questo, però, ce lo siamo già dimenticati…
Resta il dubbio profondo del perché Salvini abbia sbagliato forse tempi, modi, opportunità di una crisi. Tempi sbagliati perché allora le cose andavano ribaltate il 27 maggio, come sempre ho scritto. Crisi per crisi allora Salvini avrebbe dovuto presentare subito ai grillini il conto della loro sconfitta europea, fare chiarezza su programmi e ministri, obbligare a cambiare alcuni incompetenti patentati messi a dirigere dicasteri importanti (vedi Toninelli) e/o andare subito al voto: poteva allora saltare il tavolo, non dando il tempo al PD di trescare con i nuovi alleati. Modi, perché nessuno ha capito il perché di far cadere tutto in agosto se non – forse – per un patto tra Salvini e Zingaretti, quello che spera adesso – con il riconquistato potere – di seppellire ambizioni ed appetiti della banda-Renzi, ma se ne accorgerà.
D’altronde era stato così categorico, chiaro, inequivocabile il leader PD schierandosi “contro” il M5S da essere quasi credibile mentre ha clamorosamente, spudoratamente mentito.
Una volta di più la parola data non conta, le dichiarazioni formali non esistono, i documenti non servono. Italia ricordati che per questa gentaglia conta solo il Potere, il trafficare, la volontà di resistere per manipolare conti, leggi, realtà. Quel Potere assoluto che non è far assumere qualcuno ma piuttosto decidere in Rai, oppure comprare, vendere, salvare o meno una banca, magari maciullando i risparmi di migliaia di risparmiatori, ma alla fine lavandosene le mani.
Il PD in questo è maestro, vero figlio di un partito comunista che – onore al merito – ha seminato eredi nei posti strategici dalla magistratura alla scuola, all’economia alle banche e in Europa. E’ la sinistra del potere che passa attraverso i grandi capitali, gli Obama, le banche, lo sfruttamento del mondo ovviamente sostenendo il contrario, sostenuta dai media globalizzati. E’ una sinistra cui – se andare al voto non garba – comanda a un Presidente di non mandarci a votare e lui – ovviamente – obbedisce, anche se sa benissimo cosa vorrebbero gli elettori che, appena tre mesi fa, hanno ridotto a poco più della metà i voti del PD rispetto a 5 anni prima e quelli ai 5 Stelle di altrettanto rispetto all’anno scorso.
E intanto – tristemente – in Italia, ancora una volta, per le cose importanti non cambierà nulla: colonia economica e politica siamo diventati, colonia dobbiamo continuare ad essere… oh, ma una “colonia democratica”, s’intende! Niente a che vedere con l’odioso e antidemocratico Salvini a rischio di dittatura…
Dite un po’ “democratici”: è più dittatore un Salvini o chi ci impedisce di andare a votare pur sapendo che l’attuale parlamento non rappresenta minimamente l’opinione corrente degli italiani?
PS: ci sarebbe poi il centro-destra che – se non sarà in grado di capire che occorre pensionare gli ottantenni e approfittare dei prossimi mesi per darsi strutture, regole, coesioni nuove – è inutile che giochi all’opposizione. Si cerchi almeno di crescere in qualità perché tanto questo governo cadrà solo per liti interne, ma ha al Quirinale (in attesa che magari ci arrivi Prodi) una “spalla” importante. La vera opposizione si fa e si farà quindi anche nelle piazze, nel Paese, tra la gente, con tempestività e chiarezza: la Meloni mi sembra per prima lo ha capito, mi auguro lo capiscano tutti.
Umiltà, chiarezza, serietà, preparazione e impegno: solo così può nascere davvero una alternativa.