Il Lussemburgo “è diventato la patria di molti italiani”. Lo sottolinea il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri sera durante la cena in suo onore al palazzo Granducale di Lussemburgo, dove è ospite del granduca Enrico, che nel prossimo ottobre abdicherà a favore del figlio Guglielmo.
“È trascorso più di un secolo – ricorda – dall’arrivo dei primi compatrioti, venuti a lavorare nelle miniere e nelle acciaierie. Oggi, il Lussemburgo è un caleidoscopio di talenti riuniti qui. Questa esperienza di integrazione e convivenza fa parte della grandezza dell’Europa”.
È dunque “nei rapporti tra le nostre rispettive società e i nostri popoli che la fraternità tra i nostri due Paesi ritrova costantemente rinnovato vigore, uniti come siamo da una comunità di valori dalle solide fondamenta”, conclude.
Da parte sua, il granduca Enrico di Lussemburgo sottolinea che senza gli italiani, i “primi” a venire in Lussemburgo a lavorare, il Granducato non sarebbe quello che è oggi.
“L’Italia, culla del Rinascimento, dell’innovazione e di una cultura millenaria – afferma il granduca – occupa un posto unico nel cuore dei lussemburghesi. I nostri due Paesi vantano infatti legami particolarmente stretti, che risalgono a tempi molto lontani”.
Mentre “nel XVIII e all’inizio del XIX secolo il Lussemburgo era un Paese di emigrazione, alla fine del XIX secolo la situazione si è invertita e siamo diventati un Paese di immigrazione”, prosegue.
I primi ad arrivare, ricorda, “furono gli italiani. Si stabilirono soprattutto al sud per lavorare nell’industria siderurgica, prima fonte di crescita e di ricchezza economica del Paese”.
“Queste donne e questi uomini – prosegue Enrico di Lussemburgo, che nel prossimo ottobre abdicherà a favore del figlio Guglielmo – che hanno lasciato la loro patria, hanno contribuito in modo significativo non solo alla ricchezza economica ma anche a quella culturale, politica e gastronomica del Paese. Senza di loro, il Lussemburgo non sarebbe quello che è oggi e li ringrazio di cuore”.
Quest’anno, continua il granduca, “celebriamo diversi anniversari della nostra storia europea comune: i 75 anni della dichiarazione Schuman, i 70 anni della conferenza di Messina e i 40 anni della firma degli accordi di Schengen. Tutti anniversari che ci ricordano l’importanza dell’integrazione europea per la pace e la prosperità del nostro continente”.
Questa importanza, prosegue, “ci viene ricordata ogni giorno dalle sfide che dobbiamo affrontare a livello mondiale: la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, il cambiamento climatico, l’aumento delle disuguaglianze e la minaccia allo Stato di diritto. Tutte sfide che richiedono di continuare ad impegnarci per i nostri valori comuni e ricercare, insieme, soluzioni creative per risolverle.
So che con l’Italia, e con lei in particolare, signor Presidente, il Lussemburgo può contare su un partner di primo piano, su un amico, con il quale – conclude – potremo affrontare queste sfide per trasformarle in opportunità”.