Dopo la mancata approvazione (per nostra fortuna) della riforma costituzionale scritta dal Pd, tutti affermavano che la cosa più urgente da fare fosse una nuova legge elettorale. Sono passati mesi e, invece di una nuova legge elettorale, i politici del Pd ci stanno offrendo lo spettacolo di un’intollerabile ed inconclusa commedia, con un andirivieni di minacce, di appelli, di dichiarazioni: “guarda che me ne vado”, “me ne sto andando”, “me ne sono andato”, “ci sto pensando”, “se mi telefoni resto”, “per favore telefonami, che vorrei restare”, “sono restato, ma potrei andarmene”.
Non se ne può veramente più! Se ne vadano finalmente, ancor più a sinistra, i D’Alema, i Bersani, le Speranze deluse, gli Emiliani e i compagni d’ogni regione. E’ dal Partito Comunista da dove quasi tutti costoro provengono ed è quello l’ambito politico al quale appartengono. Gli italiani che saranno così stolti da votarli ancora se ne assumeranno la responsabilità, ma, lo vedrete, saranno pochini.
Una possibile scissione del Pd non potrebbe che rallegrarci. Tuttavia dobbiamo fare attenzione a non prendere abbagli. La parte maggioritaria del Pd e Renzi stesso stanno risultando deleteri per il Paese. Le tante riforme o giacciono ferme in Parlamento (come quella della Giustizia) oppure non sono state neppure intraprese. La riforma della legge elettorale sembra passata in secondo o in terzo piano. Quel che è peggio, oggi veniamo a sapere che il Pd avrebbe intenzione di fare approvare la riforma della legge sulla cittadinanza, istituendo in Italia lo “ius soli” (dicono “temperato”).
Che lo ius soli sia una sciagura per l’Italia lo scriviamo da anni. Per prenderne le distanze basta considerare che lo propongono Napolitano e Laura Boldrini. Anche per questo sappiamo che, a differenza del clavicembalo e in assenza di un Bach, lo ius soli non potrà mai essere ben temperato.
Una riforma in tal senso, significherebbe un incentivo all’arrivo di milioni di nuovi immigranti, per i quali un parto in Italia sarebbe come vincere un terno al Lotto.
A chi ci accusa di essere insensibili nei confronti degli immigranti, rispondiamo che gli insensibili sono loro, che vorrebbero mettere a repentaglio il nostro Paese, condannandolo a inevitabili contrasti sociali e a disgrazie future, fino al limite di possibili guerre civili. Noi siamo sensibili alla conservazione di quanto di buono esiste in Italia, sensibili ai nostri usi e culture, sensibili alla sicurezza delle nostre donne e cittadini, sensibili alle nostre libertà civiche, che non esistono in nessun paese a maggioranza musulmana. Maggioranza alla quale, nel giro di una o due generazioni, in molte nostre città o addirittura nell’intero Paese, diventerebbero soggetti i nostri figli e nipoti.
La sciagurata proposta di istituire lo ius soli è stata avanzata dal presidente del Pd, anche a costo di forzarne l’approvazione mediante il voto di fiducia. Renzi tace e chi tace acconsente. Le poche lamentele del cosiddetto Nuovo Centro Destra, partito nel quale la destra non si la vede neppure in fotografia (e infatti, per risultare presentabili in altro ambito elettorale, stanno pensando di cambiar nome), sono state molto fioche. Certamente costoro si sforzeranno di salvare la faccia (cosa in realtà impossibile, avendola persa da un pezzo) nella loro incrollabile e coerente determinazione, che è solo quella di non perdere le loro poltrone, nel governo e in Parlamento.
Dobbiamo purtroppo ricordare che anche Berlusconi, non molto tempo fa, si era dichiarato disponibile allo ius soli. Oggi qualche esponente di Forza Italia si è timidamente dichiarato contrario. Sarebbe più che opportuna una dichiarazione esplicita e definitiva (sempre che ci possa essere qualcosa di definitivo in politica) dello stesso Berlusconi.
Da parte nostra, sappiamo che Lega e Fratelli d’Italia si opporranno energicamente alle mire del Pd. E questo dovrebbe far capire quanto siano strumentali le polemiche e quanto siano inutili i dubbi di coloro che sanno da che parte dovrebbero stare, ma che esitano, perchè ritengono che Salvini sia “poco presentabile”. Ma di cosa stiamo parlando? Di come un politico si presenta, o di come si esprime? Noi riteniamo che fondamentale, più che la cravatta o il suo lessico, siano quello che propone e la politica che vorrebbe mettere in atto.