Dopo essere entrate a Bani Walid, ultima roccaforte di Muammar Gheddafi a 180 chilometri da Tripoli, le milizie dei ribelli hanno dovuto fare retromarcia.
A riferirlo sono state fonti giornalistiche al seguito degli insorti. La ritirata è avvenuta al crepuscolo sotto un massiccio fuoco di sbarramento delle forze pro-Gheddafi.
«Abbiamo ricevuto l\’ordine di ritirarci», ha confermato un portavoce dei rivoltosi, Assad al-Hamouri.
«Siamo stati colpiti da numerosi razzi, ma torneremo presto indietro», ha assicurato.
«Dobbiamo riorganizzare le nostre truppe e rifornirci di munizioni», ha spiegato a propria volta un suo compagno, Saraj Abdelrazaq. «Stiamo aspettando l\’ordine di tornare di nuovo all\’attacco».
L\’ingresso nel feudo dei lealisti era avvenuto in giornata ed era stato annunciato dalle agenzie di stampa internazionali. Il convoglio di miliziani che è riuscito a creare una prima breccia nella città-fortino del capo libico era in precedenza stato più volte attaccato lungo la strada.
«Ci sono circa mille guerriglieri – avevano rivelato ai giornalisti – ma non useremo artiglieria pesante perchè non vogliamo colpire civili». All\’alba, cinque razzi lanciati dalle forze di Gheddafi avevano invece colpito una fabbrica utilizzata come ospedale da campo.
Le truppe rimaste fedeli a Muammar Gheddafi stanno opponendo una grande resistenza anche al tentativo dei combattenti dell\’opposizione di prendere il controllo di Sirte.
Negli scontri iniziati giovedì, almeno 11 ribelli sono stati uccisi e 34 feriti, secondo un bilancio fornito dal Consiglio militare di Misurata. Almeno 40 soldati del regime sono stati arrestati.
Sulla città che ha dato i natali a Muammar Gheddafi stanno convergendo nuove brigate dell\’opposizione, da ovest e da sud.
«La maggior parte di queste su trova a circa 20 chilometri a sud di Sirte, nei villaggi di Jaraf ed Egbeda», ha detto Sadiq Fayturi, responsabile logistico della Brigata Qabra.
Giovedì la Nato ha fatto sapere che il 15% delle forze fedeli a Gheddafi sono ancora operative.
«Ci aspettiamo ancora combattimenti con gli uomini del colonnello ma speriamo di prendere il controllo totale di Sirte già in giornata». I ribelli sono comunque riusciti a conquistare il controllo totale dell\’aeroporto
Il portavoce del regime di Muammar Gheddafi, Moussa Ibrahim, ha denunciato la visita compiuta a Tripoli e Bengasi dal presidente francese Nicolas Sarkozy e dal primo ministro britannico David Cameron, accusandoli di volere «trasformare la Libia in un feudo dell\’Occidente».
«La Francia tenta di rafforzare i suoi agenti in Libia e il Regno Unito di favorire delle figure politiche che gli siano alleate, al cospetto di quelli che ruotano attorno agli Stati Uniti e al Qatar», per «trasformare la Libia in un feudo dell\’Occidente», ha detto Ibrahim.
Parlando in piazza a Tripoli, il premier turco Recep Tayyip ha esaltato la memoria di Omar el-Mokhtar figura della resistenza libica contro il colonialismo italiano, nell\’80/mo anniversario della sua impiccagione da parte dell\’esercito italiano.
Erdogan ha reso \’\’omaggio alla memoria dei martiri libici che si sono sacrificati per la loro patria e la loro religione come aveva fatto Omar el Mokhtar\’\’, figura della resistenza contro il colonialismo italiano. Il premier turco ha parlato dopo aver partecipato alla preghiera islamica del venerdi\’ sulla Piazza dei martiri, l\’ex-piazza verde a Tripoli.
\’\’Sono felice di essere stato testimone della vittoria e dell\’avvento della democrazia in Libia\’\’: lo ha detto Erdogan esortando, al contempo, gli irriducibili ad unirsi ai loro \’fratelli\’. \’\’Mi rivolgo a Sirte e a Bani Walid: abbracciate i vostri fratelli e unite agli altri libici\’\’, ha detto ancora Erdogan riferendosi ai due bastioni pro-Gheddafi che non sono ancora del tutto controllati dalle forze delle nuove autorita\’ libiche.
\’\’Questa unificazione delle fila favorirebbe lo sviluppo della Libia e ne farebbe uno dei migliori paesi della regione\’\’, ha sostenuto il premier turco.
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