Legge elettorale, minoranza Pd in trincea: ‘almeno il 70% degli eletti sia scelto con preferenze’

"’L’Italicum cosi’ non va e guai se Renzi la da’ vinta a Berlusconi e Verdini che vogliono un Parlamento di nominati’. La sinistra dem e’ in trincea sulla legge elettorale. Mercoledi’ sera in direzione sara’ show down: Renzi cerchera’ di strappare l’unita’ del Pd sulle modifiche, ma lo scontro e’ gia’ in atto. I senatori bersaniani hanno preparato una controproposta a quel compromesso con Berlusconi ipotizzato dal ministro Maria Elena Boschi, cioe’ i capilista nominati e gli altri eletti con le preferenze". Lo scrive La Repubblica che prosegue: "Hanno spiegato la settimana scorsa al premier-segretario che si potrebbe piuttosto pensare a un sistema a quote: un 25-30 per cento di nominati e il resto dei parlamentari scelti con le preferenze. Ma prima delle tecnicalità, c’è il dissenso politico netto e profondo.

Massimo D’ Alema e’ sarcastico: ‘Se l’impianto dell’Italicum fosse confermato e il Senato abolito, i cittadini che fanno? Se ne stanno a casa?’. Le accuse dell’ ex ministro degli Esteri testimoniano che la sinistra che non ha smobilitato affatto e rappresentano un giudizio su tutto il pacchetto-riforme.

Nella serata del vertice di maggioranza la legge elettorale tiene banco nel Pd. Contro l’Italicum sulle barricate e’ tutta la sinistra del partito, da Pierluigi Bersani a Gianni Cuperlo a Stefano Fassina. ‘Certo che la legge elettorale uscita da Montecitorio va cambiata, il cittadino deve scegliere il parlamentare ‘, attacca l’ ex segretario Bersani da Bologna dove assiste alla proiezione del documentario sui settant’ anni delle feste dell’ Unita’. Lancia l’allarme, Bersani, sui rischi per la democrazia tra Italicum e trasformazione del Senato in Camera delle autonomie. A Palazzo Madama, dove oggi ricomincia l’iter parlamentare dopo l’ok della Camera, i dissidenti si contano: questa volta, assicura la minoranza dem, saremo fra i 30 e i 40 a opporci se non ci saranno modifiche profonde".