Lo spread sopra i 500 e le borse in picchiata spingono i partiti a riaprire un confronto sulla legge elettorale. Anche se al momento l’ipotesi di elezioni anticipate ad ottobre, ventilata oggi dal ‘Corriere della Sera’, viene smentita dal governo e dal presidente del Senato. Se non altro, si conferma nella maggioranza, perche’ non ci sarebbero i tempi. Se si dovesse tornare alle urne in autunno, infatti, e dovendo concedere ai partiti almeno 45 giorni per fare la campagna elettorale, le Camere si dovrebbero sciogliere ad agosto e nelle ‘due settimane di lavoro che restano’ ci sono ancora diversi decreti da approvare. In piu’, se si arrivasse comunque al voto anticipato, l’unica certezza e’ che si andrebbe a votare con il ‘Porcellum’ perche’ non si farebbe in tempo a fare alcun’altra riforma. E l’ipotesi e’ di quelle che in pochi credono possa venire premiata dall’elettorato. ‘Non si puo’ nemmeno ipotizzare – osserva Enrico Letta del Pd – di tornare a votare senza aver cambiato la legge elettorale…’. Quindi ribadisce: ‘Io di crisi pilotata’ per andare a votare ad ottobre ‘non ne ho mai sentito parlare’.
In attesa di capire meglio quali saranno gli scenari futuri, i tecnici dei partiti tornano a sentirsi in queste ore e alcuni componenti del Comitato ristretto della Commissione Affari Costituzionali (incaricata dal Senato di mettere a punto un testo da presentare in Aula ‘entro 14 giorni’), assicurano il massimo impegno per tentare di arrivare alla riunione di mercoledi’ prossimo gia’ con una bozza. ‘Se nel frattempo, non si dovesse ricevere dai partiti un input in questo senso – avverte uno dei tecnici – sara’ inutile tornare a vederci, perche’ avrebbe il sapore della presa in giro…’.
L’unica certezza, al momento, e’ che il Pd, i cui vertici dovrebbero riunirsi a breve per fare il punto sul tema, entro l’estate prendera’ una posizione ‘certa e definita’ sulla legge elettorale, perche’ c’e’ ormai stanchezza per il fatto di dover subire ‘continui rinvii’ determinati da ‘ritardi e incertezze altrui’. ‘Faremo di tutto perche’ le parole di Napolitano non cadano nel vuoto’, e’ il monito del presidente del Senato Renato Schifani. ‘Condivido il suo appello e seguo da vicino la vicenda’, assicura. Ma non sara’ facile anche perche’ ci si continua a confrontare su nodi come quello delle preferenze sul quale le distanze sembrano ancora siderali. La proposta della Lega che prevede come a determinare le preferenze possano essere gli elettori con il proprio voto (se il 30% indica delle preferenze vuol dire che il 30% degli eletti sara’ eletto con le preferenze) per quanto definita ‘geniale’ da alcuni tecnici viene definita ‘nei fatti impraticabile’ perche’ un sistema elettorale, spiegano, dovrebbe basarsi ‘su dati certi e non su variabili difficili da calcolare’. Il fatto, si spiega sempre nella maggioranza, e’ che prima si dovrebbe capire meglio quale potrebbe essere il gioco delle alleanze e per ora e’ quasi sicuro che il Pd abbia preso le distanze dall’Idv. Mentre sul fronte Pdl, il sindaco di Roma Gianni Alemanno assicura: ‘Berlusconi non si presentera’ alle prossime elezioni. Il sesto tentativo non ci sarà’.
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