L’Europa boccia l’Italia. Anzi no. Al centro della querelle con la Commissione Ue ci sono le bozze della legge di Stabilità. "C’è un rischio – sottolineano da Bruxelles – che la bozza del piano di bilancio per il 2014 non rispetti le regole del Patto di stabilità e crescita. In particolare, l’obiettivo di riduzione del debito nel 2014 non è rispettato". L’Italia non potrà quindi chiedere alla Commissione Ue di fare uso della "clausola sugli investimenti" del Patto di stabilità, perché non rispetta la condizione del debito pubblico in discesa a un ritmo soddisfacente. La Commissione ha inoltre paventato il rischio di un "annacquamento della bozza di bilancio in Parlamento". Il commissario Olli Rhen ha inoltre aggiunto di puntare molto "sulla spending review portata avanti da Carlo Cottarelli". Ha poi aggiunto che "l’Italia deve fare progressi sufficienti per ridurre il debito pubblico anche nel 2014, assicurando uno sforzo di bilancio in termini strutturali di almeno lo 0,5% del Pil".
Il governo italiano, tuttavia, ha corretto le autorità europee, sottolineando – per bocca del ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni – che la Commissione Ue "non tiene conto di importanti provvedimenti annunciati dal governo, anche se non formalmente inseriti nella legge di Stabilità, e già in fase di attuazione". Nessuna bocciatura, quindi, "i rischi segnalati sono già considerati e sono state già messe in campo misure per contrastare eventuali rischi su disavanzo e debito 2014". Il richiamo di Bruxelles, secondo via XX settembre, "discende da una stima di crescita del prodotto che, come è noto, non coincide con quella del governo italiano e comporta implicazioni per le proiezioni di finanza pubblica". Sulla stessa linea il premier Enrico Letta: "Troppo rigore soffocherebbe la ripresa, comunque con la manovra siamo dentro le regole". Con l’Ue però polemizza il viceministro Stefano Fassina: "Sarebbe ora che la Commissione facesse un po’ di autocritica. Se diamo retta all’Europa l’anno prossimo ci ritroviamo con ancora meno".
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