Matteo Salvini, leader della Lega, sceglie Roberto Vannacci e Silvia Sardone, i due eurodeputati fra i più votati del Carroccio alle elezioni dell’anno scorso, come nuovi componenti della squadra di vicesegretari che lo affianca, in cui restano in sella Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro, e Alberto Stefani, deputato e segretario della Liga Veneta.
Dunque il generale, dopo aver preso la tessera della Lega, decide di restare con forza attaccato al Carroccio e anzi di rappresentarne il vertice. Non erano pochi coloro che, fino all’ultimo, speravano che Vannacci potesse creare un movimento tutto proprio, ma alla fine sono rimasti delusi.
Il rinnovamento dello stato maggiore del parlamentino leghista arriva nella prima riunione del consiglio federale dopo il congresso del partito di via Bellerio, che ha modificato lo statuto innalzando a quattro il numero dei vice di Matteo Salvini e ritoccato l’anzianità per accedere nella stanza dei bottoni.
Se per il generale, recordman di preferenze alle Europee, la nomina era nell’aria dopo il tesseramento nell’assise di Firenze il 6 aprile scorso, l’ingresso di Sardone ha colto qualcuno di sorpresa.
“Tanto entusiasmo per questo ruolo che condividerò con Vannacci, Stefani e Durigon. Sono anche la prima donna vicesegretaria della Lega, quindi sono veramente onorata”, le parole dell’europarlamentare e consigliera comunale milanese, 42 anni, entrata nella Lega nel 2018 dopo un passato in Forza Italia, nota per le sue battaglie contro l’immigrazione clandestina.
Fuori dai vice, invece, Andrea Crippa, fedelissimo di Salvini. “Crippa ha fatto e sta facendo un ottimo lavoro, lo ringrazio e continuerà a essere al mio fianco con un ruolo rilevante per il bene della Lega”, le parole del leader durante la riunione del consiglio federale tenutasi giovedì 15 maggio.
La nomina di Vannacci non scalda i cuori di tutti. “Se lavorerà bene saremo soddisfatti”, è il commento di Giancarlo Giorgetti. “Il segretario è giusto che scelga i suoi vice. Io resto profondamente e geneticamente legato al fatto che noi dobbiamo rappresentare le istanze del popolo. Un partito vicino al popolo e identitario. Le identità italiane devono essere un mantra per noi”, le parole del presidente della Regione Veneto, Luca Zaia.
Mentre l’ex segretario della Lega Lombarda e cofondatore di Patto per il Nord, Paolo Grimoldi, è tranchant: “La militanza storica della ex Lega è stata umiliata”.