Sgravi fiscali e contributivi per le stabilizzazioni e le nuove assunzioni di giovani a tempo indeterminato; pause azzerate o quasi tra un contratto a termine e l’altro, meno vincoli sulle causali; anticipo del programma europeo della ‘Garanzia giovani’ (il cui obiettivo e’ offrire una opportunita’ di impiego o di formazione entro quattro mesi dalla fine degli studi o dall’inizio della disoccupazione); ulteriore semplificazione dell’apprendistato e rafforzamento dei servizi per l’impiego. Sono diversi i punti intorno a cui ruota il Piano per rilanciare l’occupazione, quella giovanile in testa, con interventi che dovrebbero valere almeno per i prossimi due anni, fino al 2015. Ma ancora da definire nel dettaglio e nella portata, tanto che le misure per il lavoro non arriveranno in Cdm questa settimana.
Perche’ il nodo centrale resta quello delle risorse: un miliardo di euro e’ sul piatto e arriva dalla riprogrammazione dei vecchi fondi europei ancora non spesi, ma sono in corso ulteriori verifiche finalizzate al recupero di altre risorse comunitarie. Ma non solo. Quindi il quadro delle disponibilita’ finanziarie non e’ chiaro: dipende – si ragiona in ambienti governativi – anche da cosa si decidera’ di fare sull’Iva, bloccando o meno l’aumento di un punto percentuale pronto a scattare dal primo luglio, che vale circa 2 miliardi di euro per la meta’ dell’anno. In via teorica, se non si sterilizzasse l’aumento dell’Iva, una parte di tali risorse potrebbe essere destinato proprio all’occupazione.
Il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che oggi pomeriggio ha incontrato i sindacati, continua a non sbilanciarsi sulle cifre (al momento ‘non ci sono cifre’, dice ai leader di Cgil, Cisl e Uil). Gia’ domani, dall’incontro con i ministri del Lavoro e dell’Economia di Francia, Germania e Spagna, il quadro potra’ comunque essere piu’ chiaro.
Il ‘decreto del fare’ comunque punta a contenere misure di decontribuzione e defiscalizzazione per le nuove assunzioni. Con sgravi che dovrebbero essere diretti alle imprese che aumentano la base occupazionale assumendo giovani con contratti a tempo indeterminato (o stabilizzando). Potrebbero valere per due anni.
Allo studio, come ha detto ieri il ministro della Coesione territoriale Carlo Trigilia, ci sono infatti la riduzione del cuneo fiscale per le nuove assunzioni di giovani: si ipotizza una copertura totale degli oneri a carico del datore di lavoro per due anni; il finanziamento degli incentivi all’auto-imprenditorialita’ e all’auto-impiego ed ai progetti nei servizi delle cooperative giovani. Mentre sulla maggiore flessibilia’ in entrata il percorso sembra delineato. Sugli intervalli tra un contratto e l’altro, come detto da Giovannini, si sta anche valutando ‘di ridurre a zero la pausa’ per i piu’ giovani. O comunque di riportala ai precedenti 10-20 giorni.
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