Editore tv, giornali, rotocalchi, raccolta pubblicitaria, squadra di calcio. Vite parallele, se vogliamo. “Cosa ci posso fare se lui fa le mie stesse cose?”, una battuta e punto. Urbano Cairo, alessandrino di Masio, assistente di Silvio Berlusconi, numero 1 di Publitalia e Mondadori pubblicità, prima di mettersi in proprio. Il Toro per lui, il Milan per Berlusconi, che il Cavaliere ha guidato ai trionfi italiani, europei, mondiali. Omologhi, anche se non sono la stessa cosa, il livello è un tantino diverso, enorme il gap economico e politico. Cairo ha cominciato al servizio di Berlusconi, e ora che si è preso La7 si è messo in scia. Dire Mediaset è un conto: La7 ha avuto obiettivi meno spettacolari, fino all’avvento di Cairo sul ponte di comando. È avvenuto il 30 aprile di quest’anno. La7 intanto raddoppia. Ha fatto mercato, tanto per non venir meno alla vocazione che Cairo mette puntualmente in campo in qualità di proprietario e presidente del Torino. La7 punta su news e attualità: acquistati Salvo Sottile, uno che si dice buchi letteralmente il video, e Gianluigi Paragone, quello dell’Ultima Parola, in fuga dalla Rai. Sottile avrà un programma in diretta in prima serata. Paragone potrebbe condurre una trasmissione il mercoledì, anche questa in prima serata. “La linea editoriale non cambia”, ha assicurato Urbano Cairo. Ma con i nuovi acquisti e le conferme importanti punta a trasformare La7 da televisione di nicchia col 3% in una televisione di numeri importanti.
Il taglio dei costi, insostenibili quelli generali, 24 milioni di euro, e la conferma dei nomi più cospicui. “Il nostro potenziale d’ascolto è altissimo, con Mentana, Santoro, Lilli Gruber, Maurizio Crozza, Corrado Formigli, Daria Bignardi”. Conferme probanti, a fronte di un divorzio che fa rumore. Se ne va Gad Lerner, uno dei fondatori de La7. “Costi e ascolti”, hanno precisato le parti, che non si dividono in pace, proprio no. Allora perché Gad Lerner ha voltato le spalle al vecchio grande amore? Il compenso di Lerner si aggirava sui 700 mila euro, ma non è questo il punto. “Lo stimo”, ha sintetizzato Cairo. “Sono stato dodici anni bellissimi, ma me ne vado. Non mi ritrovo più”: di natura prettamente ideologiche, le motivazioni di Lerner. “Tutto ha un termine, e nel mio caso si tratta solo di un breve anticipo sulla tabella di marcia che mi ero prefissato”. Le stesse parole usate da Benedetta Parodi il giorno dell’addio. Lerner aveva lasciato la prima serata, si era sistemato nella seconda con “Zeta” e il 6% di share. Un divorzio comunque clamoroso. E a sorpresa, Cairo non aveva previsto l’elegante fuga di Lerner. La decisione è arrivata frettolosa, ma soprattutto senza possibilità di appello. Urbano Cairo, presidente della Cairo Edizione e del Torino Calcio, ha incassato la decisione di Gad Lerner, uno dei volti storici dell’emittente, e si è messo al lavoro “per rendere competitiva La7 fin da settembre”. Una televisione innovativa e con i conti a posto”. Cairo è convinto che i nuovi arrivi contribuiranno ad allargare il target. “Sottile è un talento che buca il video: il 70% del pubblico che lo segue è femminile. Con lui porteremo molte più donne alla nostra emittente. Paragone l’ho preso perché mi piace l’innovazione che ha proposto nel talk show. Porterà con sé chitarra e orecchino: l’abbiamo messo nel contratto”.
Le conferme di primo livello, Mentana, Santoro, Lilli Gruber, Maurizio Crozza, e Tiziana Panella con il suo “Coffee Break” e Myrta Merlino con “L’aria che tira”, in mattinata, e la valorizzazione dei talenti interni, protagonisti, ha constatato la proprietà, di “ottimi ascolti”. E lo sport? Una strada difficile, difficilissima, da percorrere. Perché è impossibile con un’azienda come Sky, che ha budget molto alti. Quando ha visto i conti del La7, Cairo si è sentito male: spesi 500 mila euro di taxi. “Noi risparmieremo, sarà un problema per la categoria dei tassisti a Roma”. Buone cose, ottimi proponimenti, ma ai sorrisi che accompagnano la progettualità si contrappone il rumore provocato dall’addio di Gad Lerner. A ben vedere, lui si era già fatto da parte a gennaio. Aveva chiuso “L’Infedele” con il 3,5 di share dopo più di dieci anni. “Saluto e tolgo il disturbo”, non la maniera migliore per lasciarsi. Promessa e minaccia tra virgolette nella frase finale. Lerner prenota nuove esperienze. “Conto di avere ancora qualcosa da dirvi e da darvi”.
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