In questo strano paese che è l’Italia, ove certamente non mancano grosse esigenze alle quali far fronte, ogni tanto qualcuno, a mo’ di fesso del villaggio, ritorna a parlare di fascismo, del Duce e dei gadget a quel periodo dedicati. Sorprende, ma solo per dire, che questi personaggi, tutti di sinistra, dimostrino solo grassa ignoranza, in quanto ignorano e/o fanno finta di non sapere quanto fece di positivo il fascismo; farne l’elenco sarebbe troppo lungo.
E’ vero, fece le leggi razziali e, soprattutto, l’esecrando errore di scendere in guerra, pur se impreparatissimi, a fianco della Germania, guerra che, poiché persa, fu giudicata da tutti gli italiani, anche da chi aveva indossato la camicia nera ed aderito ai Guf ,"sbagliata"; i più dovrebbero sapere, però, che da come si erano messe le cose da qualche parte l’Italia si doveva pur schierare, poiché stare alla finestra sarebbe stato forse ancor più funesto.
Ebbene, questi illuminati soloni ora vogliono arrestare chi vende e/o è in possesso di gadget del Duce: quanto sono miseri. Sarebbe bene, invece di adagiarsi su oziose quanto inopportune ridicolaggini, che riflettessero sulla fine che riservarono al Duce, come furono trattate le sue spoglie, poi tumulate alla meglio in un campo e consegnate alla famiglia dopo ben 11 anni, cioè nel 1957. Questo non è un comportamento da paese civile e democratico, ma sa tanto di regime bolscevico, cioè quello che i comunisti di allora sognavano per l’Italia.
Io c’ero nel 1957 a Predappio, ad accogliere le spoglie del Duce con il saluto romano, e ne sono orgoglioso; ora da italiano mi devo vergognare di certi personaggi che siedono in parlamento. Il detto "La Storia è maestra di vita" è sacrosanto, ma solo se essa viene raccontata e descritta senza artefatti e meschinità, arti, queste, nelle quali alcuni nostri politicanti eccellono. Giova rammentare una massima di Mussolini: "Governare gli italiani non è impossibile, è inutile".
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