Matteo Renzi blinda l’Italicum, il Pd si spacca e il capogruppo dem alla Camera si dimette. Ore difficilissime queste per il Partito Democratico. Il premier fa il duro ma la minoranza di certo non molla. Spiega Stefano Fassina, esponente della minoranza dem: “Il problema e’ la legge elettorale insieme alla riforma del Senato. I punti fondamentali della riforma del Senato non possono essere cambiati, perche’ confermati dal Parlamento. Le modifiche possibili, quelle che propone Renzi, non saranno sufficienti a ridurre lo squilibrio di poteri, andiamo verso un presidenzialismo di fatto senza contrappesi. La minoranza che vincera’ col premio di maggioranza oltre a nominare il governo, potra’ scegliere il Presidente della Repubblica, nominare i giudici costituzionali, controllera’ anche gli istituti di garanzia. E’ un problema di democrazia”.
Per Fassina “ieri Renzi si e’ assunto una responsabilita’ grave di spaccare il partito su un punto di estrema rilevanza, che e’ la qualita’ della nostra democrazia. Le regole del gioco sono fondamentali, ma devono essere condivise".
All’indomani dell’assemblea del Pd sfociata nelle dimissioni del capogruppo Speranza, Fassina spiega: “Ieri il presidente del Consiglio e’ andato dritto, una vittoria numerica scontata, ma una sconfitta politica per tutto il Partito Democratico. Noi andremo avanti in commissione con un paio di emendamenti perche’ vogliamo che la legge elettorale vada in porto rapidamente. Uno riguarda l’attribuzione del premio di maggioranza alla coalizione, un altro che faccia in modo che i cittadini possano scegliere chi eleggere e non avere una camera di nominati".
In ogni caso Fassina ribadisce: la legge elettorale "non la voto anche se il presidente del Consiglio compie un atto gravissimo come mettere la fiducia". E afferma: "se Berlusconi avesse proposto di votare con la fiducia la legge elettorale noi probabilmente saremmo venuti qui davanti a Montecitorio e ci saremmo dati fuoco e credo che i principi costituzionali valgano anche quando governiamo noi e abbiamo la maggioranza".
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