Giovanna Giordano, presidente del Comites di Montreal, calabrese di origine, vive in Canada dal 1972. La sua attività professionale e la sua missione di vita sono orientate principalmente a rendere agli italiani che lasciano la propria patria per il Canada, la nuova “casa” un po’ più comoda, un po’ più accogliente e un salto in un buio meno profondo.
Qualche settimana fa Giordano ha fatto ritorno in Italia, in Calabria per l’esattezza, in occasione dell’evento su migrazioni e cultura svoltosi a Paludi, con un obiettivo preciso. Incontrare, anzi reincontrare e ringraziare il prof. Giuseppe Sommario, direttore del Festival delle Spartenze. Perché?
“Perché Giuseppe Sommario ha capito che gli italiani all’Estero rappresentano una vera ricchezza per l’Italia”, risponde Giovanna Giordano. “Ne sono esempi il suo lavoro di ricerca e il Festival delle Spartenze, da lui ideato, che cerca di rivitalizzare, attraverso il ritorno dei calabresi all’Estero, quella parte della sua Calabria che diversamente resterebbe dimenticata. Inoltre, a Giuseppe Sommario mi lega un sentimento di stima e di amicizia: come resistere al suo invito e al richiamo sempre forte della mia terra natale!?”.
Eppure, nonostante il richiamo e il legame per la terra natale, l’esodo Italia, anzi Calabria verso estero, continua. Cosa è cambiato tra i migranti di ieri e di oggi?
“Chi decide di emigrare all’estero oggi lo fa per due motivi. Nel caso dei laureati molto spesso c’è la necessità o la voglia di voler approfondire gli studi e la ricerca iniziati in Italia. C’è il bisogno di doversi confrontare con realtà più complesse e magari più interessanti per i diversi settori di specializzazioni. Ma questo riguarda limitatamente una fetta della popolazione emigrante. Il secondo motivo, quello che poi accomuna la stragrande maggioranza, è lo stesso che nel passato ha spinto i nostri anziani a partire: la ricerca di un lavoro e di un futuro migliore per loro e le loro famiglie. C’è da dire che, rispetto a prima, chi emigra oggi è agevolato perché ovunque trova degli italiani ben inseriti che favoriscono in qualche modo la integrazione di altri italiani. Non devono subire le varie forme di discriminazioni e i maltrattamenti che hanno conosciuto i primi italiani nei vari paesi di accoglienza”.
Discriminazioni dall’esterno, ma anche dolore e sofferenza interiore…
“Lasciare l’Italia rappresentava un distacco radicale e quindi era particolarmente doloroso. Si lasciavano in Italia genitori, amici, spesso moglie e figli. Oggi, invece, anche grazie ai moderni mezzi di comunicazione i giovani partono con l’idea di far un’esperienza, dicendosi cittadini del mondo, rimanendo costantemente in contatto con la famiglia o con le persone più care”.
Un’esperienza all’estero quali opportunità può offrire ad un giovane?
“Per un giovane che completa la sua formazione accademica di base in Italia, fare un’esperienza di lavoro all’estero può rivelarsi determinante per trovare un lavoro. Oltre all’esperienza di lavoro, credo che la conoscenza delle lingue sia un fattore fondamentale per ottenere un lavoro interessante nelle grandi aziende sempre più globalizzate”.
Nel supporto ai giovani il Comites di Montreal esercita un notevole peso…
“Se partiamo dal principio che il Comites rappresenta gli italiani iscritti all’Aire della rispettiva Circoscrizione consolare, non possiamo misurare la portata di questo organismo dai progetti che materialmente riesce a proporre alla comunità italiana. Però è evidente che il Comites partecipa, facilita e quindi collabora alla realizzazione dei numerosi progetti che la Comunità italiana, attraverso le diverse espressioni (Associazioni, Federazioni, Enti ed Organismi), propone a favore della comunità stessa e non solo. Il Comites di Montreal da anni lavora con i Giovani e per i Giovani, anche attraverso la realizzazione di numerose Conferenze tematiche. Data la forte richiesta di informazioni da ogni parte dei cittadini italiani sulla complessa normativa canadese in materia d’immigrazione e sulle opportunità di lavoro nei settori più disparati, il Com.It.Es. ha ritenuto necessario dotarsi e mettere a disposizione della comunità italiana un punto di riferimento, denominato “Sportello Italia – UniQue”, una sorta di ufficio informazioni dedicato a coloro che decidono di venire in Canada per stabilirsi”.

Un impegno che parte dalla promozione della lingua italiana?
“Il Comites è da sempre impegnato nella promozione della lingua italiana e in questo senso ha collaborato con gli Enti Gestori per inserire i corsi d’italiano nelle scuole pubbliche e private del Quebec. Uno dei settori in cui il Comites si è specializzato è la promozione di scambi tra le Scuole del Quebec e quelle in Italia specializzate in particolare nel campo turistico e alberghiero. Un impegno non da poco, in ogni caso, considerando che il Comites è un organismo a scopo non lucrativo. Tutti i suoi componenti a qualunque titolo partecipano in forma volontaria e gratuita. Nessuno dei componenti del Comites percepisce alcun compenso”.
Veniamo alla sua esperienza. Partire dalla Calabria per restare lontano dalla terra natìa, oppure partire per ritornare? Cosa ne pensa la calabrese emigrata in Canada Giovanna Giordano?
“La mia esperienza di italiana all’estero è ricca di momenti belli e meno belli. Da piccola i miei si erano trasferiti a Milano. Successivamente, quando io avevo 14 anni, hanno deciso di trasferirsi a Montreal. Sono cresciuta in questi anni con la Calabria nel cuore ed ogni volta che ho l’occasione di ritornare lo faccio molto volentieri. Ma arrivare in Calabria è sempre una missione, un’avventura che solo i calabresi possono capire. Ancora oggi ci sono grandi difficoltà in termini di trasporto. Con un elicottero sarebbe più semplice.
Mancano ancora le infrastrutture per accogliere i turisti. Qui tutto sembra intatto come mio padre l’ha lasciato. La gente è apatica, rassegnata, priva di qualunque reazione, quasi menefreghista. Un approccio che non mi appartiene. Per fortuna però ci sono anche persone come Giuseppe Sommario, che sanno e vogliono raccontare e promuovere l’altra Calabria, spopolata ma ancora viva. La Calabria che mi piace”. (Sabrina Iadarola)
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