Ho appreso con profondo dolore della scomparsa di un grande uomo, prima ancora che politico di spessore, quale è stato Mirko Tremaglia. Una figura storica di alto rigore morale che ho avuto l’onore di conoscere di persona prima nei vari congressi FUSIE (Federazione Unitaria Stampa Italiana all’Estero), da New York a Roma, poi quando è venuto in visita a Montréal e Toronto e infine come Senatore in Parlamento. Tremaglia è stato sempre vicino alla stampa italiana all’estero che ha sempre difeso. Così come ha sempre difeso i diritti degli italiani nel mondo. Sua, infatti, è la paternità della legge che ha riconosciuto il diritto di voto di tutti i connazionali residenti all’estero. Una svolta che ha comportato la modifica di tre articoli della Costituzione segnando indelebilmente la storia d’Italia del secolo scorso. Senza mai rinnegare i suoi fervidi ideali giovanili, Tremaglia ha saputo abbracciare i valori democratici diventando protagonista attivo della vita repubblicana, fino alla nomina di Ministro per gli Italiani nel mondo. Il giusto coronamento di una vita ‘spesa’ a favore dei tantissimi italiani emigrati all’estero e che, proprio grazie alla legge che porta il suo nome, hanno acquisito il sacrosanto diritto di eleggere i propri rappresentanti. Un risultato enorme, frutto della sua incrollabile fede nel valore dell’italianità e del suo amore sconfinato verso tutti i connazionali che, per scelta o necessità, risiedono fuori dai confini nazionali. Come dimostrano le puntuali partecipazioni a ricorrenze emblematiche come Marcinelle o il Columbus Day: occasioni utili a rafforzare la memoria storica delle nostre radici e a mantenere forte il rapporto tra la Madrepatria e i suoi figli sparsi nel mondo. Che lo hanno sempre ammirato, ergendolo a simbolo dell’orgoglio e del patriottismo nazionale. Una battaglia – quella di Tremaglia per il voto all’estero – lunga un’intera vita politica, iniziata nel 1969 con l’istituzione dei "Comitati Tricolori per gli Italiani nel Mondo" e coronata solo 37 anni dopo, con la legge che a tutt’oggi consente agli italiani nel mondo, con passaporto italiano, di scegliere i 12 deputati e 8 senatori che li rappresentano sugli scranni del Parlamento Italiano. Con la sua dipartita – temuta per la lunga malattia, ma non per questo meno dolorosa – se ne va il difensore più tenace della ricchezza inestimabile rappresentata dagli italiani nel mondo. Un’eredità preziosa che sta ora a noi tutti preservare gelosamente: una missione difficile ma necessaria per custodire intatta la sua memoria storica e soprattutto per proseguire la sua opera nel solco di una sempre maggiore e decisa attenzione verso i connazionali nel mondo. Connazionali da oggi orfani del loro paladino, ma, proprio grazie a lui, Ministro per gli Italiani nel mondo, tornati ad essere figli di un’Italia meno lontana.
In questo momento di grande dolore sono particolarmente vicino alla moglie Italia e a tutti i familiari, ai quali esprimo il mio più affettuoso e sincero cordoglio.
Basilio Giordano*
*Sen. Pdl eletto nel Nord e Centro America
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