Mi dispiace, ma sulle questioni di principio “sacre”, un popolo serio non dovrebbe transigere. Credo che, secondo la tradizione, gli anglosassoni, pur di non accettare un eventuale sopruso da parte di qualsiasi altra nazione, sono – molte volte apparentemente in maniera assurda – irremovibili, a costo di rimetterci economicamente o fisicamente. Lo “scurdammece d’o passato, simm’a Napule paisà” che finisce a tarallucci e vino, proprio del modo di fare italico, alla lunga non ripaga mai, purtroppo.
Momentaneamente pare che si possa soprassedere sull’eventuale torto ricevuto per non disturbare qualche accordo economico, ma poi, alla lunga, sapendo che la nostra nazione è composta da politici e cittadini quaquaraquà, una eventuale controparte se ne approfitterà nuovamente una, cento, mille volte.
Alludo al misfatto Cesare Battisti. Già avremmo dovuto avere il coraggio di denunciare la Francia al Consiglio d’Europa, minacciando di abbandonare i lavori europei, proprio perché una Nazione civile, Stato di Diritto, riconosciuta internazionalmente per il proprio impegno umanitario e militare, con sacrificio dei propri cittadini e soldati; Sede della civiltà cattolica mondiale, e cuore della Civiltà che si è espansa in tutto il mondo,… ebbene, l’Italia, è stata definita, in pratica, uno Stato Canaglia che imprigiona, tortura ed uccide i propri galeotti innocenti senza diritto di difesa.
Il governo del Brasile, avendo negato l’estradizione ad un terrorista pluriomicida, ha in pratica sancito tale tesi. Per tale motivo uno Stato serio avrebbe dovuto richiamare immediatamente i propri diplomatici interrompendo le relazioni. Punto e basta. A che servono i sermoni dei vari presidenti del Consiglio, della Repubblica, di qualche liberale, se poi non si passa ai fatti? A farci prendere per … i fondelli da un delinquente al mare di Rio!
L’Italia è come quella persona a cui si dice che sua madre era una sgualdrina e lui come tutta risposta replica: “parliamone…".
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