Marco Tommasini, presidente del Comitato Difesa Famiglie, che da anni si batte a favore dei truffati da Antonio Giacchetta, dopo l’audizione della leader della CGIL Susanna Camusso al Comitato per le questioni degli italiani all’estero in Senato, in una nota osserva: “Le cose da ritenere nell’audizione alla Signora Camusso, segretario generale CGIL, sono in brevis: le sentenze emesse dai tribunali svizzeri che dichiarano la colpevolezza dell’INCA nella truffa non sono considerate dalla CGIL; la Camusso conferma l’apertura degli uffici INCA in Svizzera sotto un altro nome”.
Dunque, “sostanzialmente la Signora Camusso, segretario generale CGIL, dichiara che gli italiani all’estero quando si rivolgono ad un patronato italiano all’estero non sono tutelati dalle autorità italiane. Che poi io, presidente del CDF, dopo avere fatto causa agli istituti di previdenza professionale e riuscendo dopo vari sacrifici a fare riavere a mio padre quello che l’INCA gli aveva rubato, ora debba ringraziare la CGIL è proprio il colmo che lascia a bocca aperta”.
“Che la Camusso dichiari inoltre che io abbia avuto a che fare con la mafia e in speciale modo con la banda della Magliana la dice veramente lunga sulla mancanza di ogni tutela dei cittadini italiani all’estero da parte delle autorità preposte. Secondo le parole della Camusso sono stato consegnato nelle mani della mafia. Una dichiarazione veramente disarmante che mi fa gelare il sangue. Spero comunque – conclude Tommasini – che ci sia un seguito e soprattutto un incontro più costruttivo per risolvere un problema che tocca oramai tutta l’emigrazione italiana perché i diritti di tutti noi sono stati calpestati”.
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