Sono i giorni della svolta quelli che stiamo vivendo. Forse non lo percepiamo pienamente, ma l’Italia viaggia alla velocità della luce verso una meta che deve rappresentare modernizzazione e sostenibilità. Visto che sono sempre stato un grande ottimista é cosi’ che voglio leggere le notizie politiche che si accavallano in questa calda, non solo per il clima, estate del 2012. “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”, lo diceva Lavoisier, dimostrando la teoria sulla conservazione della massa; possiamo ripeterlo noi, con riferimento alle attività che fervono “a Palazzo”.
Da un lato c’é l’Italia di domani, quella che deve necessariamente essere. L’Italia che deve affrontare tutti i cambiamenti necessari per competere in un mercato globale sorprendentemente mutato, anche per nostra stessa responsabilità. Dall’altro lato ci sono i politici, quelli di sempre e quelli dell’ultima ora (e non lo dico in maniera sprezzante), gli uomini cioè, che per diversi motivi, decidono di essere protagonisti nel determinare la nuova rotta del Paese. Io mi occupo di politica da sempre, pero’ di politica eticamente sostenibile, ovvero della politica intesa come servizio. Non penso di vivere dei proventi della politica: già dispongo di quelli delle mie aziende; penso invece di vivere e impegnarmi per la promozione di una politica onesta e soprattutto utile. Un’utilità che devono poter verificare quotidianamente tutti i cittadini, nessuno escluso. Se si realizza una buona politica le persone hanno una migliore qualità della vita e sono piu’ felici. La felicita’ deve diventare anche per gli italiani un diritto costituzionale come e’ sancito per gli statunitensi. Da sempre mi sono proposto di contribuire al raggiungimento di questo obiettivo e considero l’attivita’ politica come una missione da compiere a beneficio dei singoli e delle comunita’.
Con questa intenzione e null’altro, ho ricoperto negli ultimi anni il ruolo, assegnatomi da Roma, di coordinatore del Movimento delle Libertà in Argentina. Accettai con entusiasmo il compito, desideroso di mettere a disposizione, umilmente, cio’ che come uomo politico ho da offrire, ovvero uno sguardo attento e consapevole su una realtà vasta e internazionale. Per il mio lavoro di imprenditore, ho infatti esperienza di operare facendo congiungere proficuamente realtà diverse e lontane, guardo insomma alla diversità come occasione di incontro per realtà ed esperienze complementari. Per questo motivo, in campo politico, mi sono sempre proposto come la persona in grado di scoprire, valorizzare e mettere in atto operazioni congiunte tra i miei due Paesi… Sì, perché io ne ho due: Italia ed Argentina; non é una complicazione, é una ricchezza in più! Sono convinto che l’Italia e l’Argentina abbiano l’una bisogno dell’altra, per fondare le basi insieme, di una strategia economica complementare, di crescita a lungo respiro. Ma come dicevo all’inizio ”…tutto si trasforma” ed oggi, sono sorpreso, deluso ed amareggiato per la scarsa considerazione che il Pdl ha dimostrato nei confronti delle politiche, delle prospettive e degli uomini d’Italia fuori dall’Italia.
Non c’é stata la difesa che mi aspettavo per il ruolo dei rappresentanti politici degli italiani all’estero, e il risultato é che noi italiani fuori dall’Italia corriamo il serio rischio di perdere il diritto di eleggere i nostri senatori. Una scelta irresponsabile, una marcia indietro colpevole e significativa. Significativa della reale volontà di chi ci governa, che si muove nell’ottica del puro ridimensionamento e che non tiene conto dei benefici perduti, mentre l’Italia ha bisogno di ridisegnare profondamente le sue strategie commerciali e produttive, e di costruire il futuro sugli accordi di mutua collaborazione. L’Italia ha il know how tecnologico e l’Argentina é uno dei Paesi più ricchi al mondo di materie prime: insieme si puo’ progettare una macrostrategia mirata alla reciproca crescita.
Io vivo a Buenos Aires dove ci sono più italiani (intendo quelli con il passaporto italiano) che nella città di Firenze. Esiste forse nel mondo un altro Paese cosi’ speciale per l’italia, cosi’ unico come l’Argentina? La risposta ovviamente é no, per cui prendo atto della mancanza di attenzione e capacità politica del PdL nel campo della strategia internazionale.
Oggi purtroppo non riesco piu’ a vedere nel partito che ho servito in questi anni, quella possibilità forte di cambiamento basata sull’idea vincente che l’Italia debba mettere necessariamente a sistema le risorse dei suoi figli lontani per poter innescare un meccanismo virtuoso di ripresa e sviluppo. Non trovo oggi le parole adatte per esprimere la mia delusione nell’assistere, impotente, allo “schiaffo” che noi italiani fuori d’Italia abbiamo ricevuto: il Senato ha approvato con la complicità di Pdl e Lega, la riforma del “Senato federale” che, tra l’altro, cancella l’esistenza dei Senatori provenienti dai collegi esteri.
Se nel successivo iter, la riforma costituzionale venisse definitivamente approvata così com’é , gli italiani residenti all’estero perderebbero il diritto di scegliere i loro rappresentanti presso il Senato della Repubblica. La dinamica é stata chiara e colpevole: non solo il Pdl non ha lottato CONTRO questa possibilità, ma addirittura si é attivato per imporre a tutti i suoi Senatori di votare a favore di questa riforma che contraddice l’impegno assunto con chi li ha votati. I Senatori del Pdl provenienti dalle circoscrizioni estere cosa hanno fatto? Non si sono presentati o hanno votato per la cancellazione dei loro stessi seggi!! Ognuno di loro però, aveva promesso fedeltà ai propri elettori, aveva giurato di lottare per i diritti, per l’integrazione, per la valorizzazione degli italiani all’estero; ed invece costoro hanno tradito in modo incredibile, plateale e meschino la dignità del loro mandato.
All’interno di queste dinamiche, fatte di imposizioni e servilismi, di certo non trova posto la mia persona. Neanche un minuto potrei restare inerte quando sollecitazioni di tale portata mi scuotono. Per questo la mia profonda delusione dura solo un attimo e con la forza della passione verso il mio Paese, trasformo questo scoramento in nuova determinazione, quella di continuare con il mio sostegno all’Italia. Sceglierò come nuovi compagni coloro che con onestà e generosità credono davvero in una moderna strategia internazionale in cui teatro é il mondo ma attori siamo noi italiani, di qualunque Paese… uniti. Fratelli d’Italia!
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