Anno nuovo, vita nuova. O no? In Italia la politica è in continuo movimento, staremo a vedere se davvero i partiti riusciranno a stringere un "patto" per il 2014 o tutto crollerà presto e l’unica strada sarà il voto anticipato. Per gli italiani residenti all’estero, invece, la vita – a quanto pare – non è destinata a cambiare. Il 2013 se n’è andato ma ci ha lasciato qualche pillola amara che come italiani nel mondo facciamo fatica a mandar giù. Quella dell’Imu, per esempio: non c’è zuccherino che possa aiutarci a ingoiare questa pillola che sa di ingiustizia e discriminazione comunque la si indori. La storia non cambia: gli italiani nel mondo sono ancora oggi costretti a pagare sulla loro prima casa in Italia l’aliquota più alta, quella relativa alla seconda abitazione, come se fossero dei ricchi nababbi, mentre spesso la maggior parte di loro quella casa l’ha ereditata dai propri genitori o dai propri nonni e oltre confine vive in affitto. E poi scusateci se sfoghiamo la nostra rabbia su internet e sui social network, ma che altro ci resta per risvegliare governo e istituzioni?
Vita uguale al 2013 anche per quanto riguarda la rete consolare. Sospese alcune chiusure di consolati e ambasciate, ne sono state annunciate altre: è il gioco delle tre carte, una totale presa per i fondelli che non fa altro che aumentare il nostro sdegno nei confronti di una classe dirigente che da una parte ci spreme come limoni e dall’altra ci sputa in faccia senza tanti complimenti.
Il nostro presidente del Consiglio, Enrico Letta, degli italiani oltre confine ha dimostrato di fregarsene completamente, fino adesso. Buone intenzioni a parte, il risultato è una confusione totale. Emma Bonino, titolare della Farnesina, è vista dagli italiani nel mondo come il fumo negli occhi. Il CGIE non può fare altro che firmare ordini del giorno che lasciano il tempo che trovano, visto che il Consiglio Generale degli Italiani all’Estero più che un organo di rappresentanza appare agli occhi di molti un cimitero di elefanti.
A noi che viviamo oltre confine cosa resta? La parola. La penna. La nostra voce. Nessuno potrà mai impedirci di criticare, di dire come la pensiamo, di farci sentire attraverso articoli, post, raccolta di firme, petizioni. Come italiani nel mondo, come ultima ruota del carro, non molliamo, non possiamo farlo. L’invito, a voi che leggete, è di partecipare: fatevi sentire, scrivete, e se volete un canale attraverso cui esprimervi, ItaliaChiamaItalia è a vostra disposizione. Per tutti voi, saremo un megafono rivolto verso le stanze del potere, verso quegli eletti all’estero che fanno finta di non sentire, verso quel Palazzo che non può continuare ad essere un muro di gomma. Noi siamo qui: usateci.
PS unica nota positiva, in tutto questo schifo, il rinnovo della convenzione fra Rai Italia e presidenza del Consiglio. 21 milioni di euro in tre anni, soldi dei contribuenti destinati al canale internazionale della televisione pubblica italiana, che dovrebbe rappresentare la voce degli italiani all’estero, oltre che una vetrina per l’Italia oltre confine. Non sempre lo è stato. Auguri.
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