"Gli spunti che trovate in questa enews saranno inviati domani ai parlamentari, ai circoli, agli addetti ai lavori per chiedere osservazioni, critiche, integrazioni. Dunque non e’ un documento chiuso, ma aperto al lavoro di chiunque. Anche vostro". Lo scrive il segretario del Pd Matteo renzi nella sua eNews, illustrando il suo Job Act. "Non sono i provvedimenti di legge che creano lavoro, ma gli imprenditori. La voglia di buttarsi, di investire, di innovare. L’Italia puo’ farcela, ma deve uscire da questa situazione di bella addormentata nel bosco. Deve rompere l’incantesimo. Per farlo c’e’ bisogno di una visione per i prossimi anni e di piccoli interventi per i prossimi mesi", continua Renzi, che aggiunge: "l’Italia ha tutto per farcela. E’ un Paese che ha una forza straordinaria ma e’ stato gestito in questi anni da una classe dirigente mediocre che ha fatto leva sulla paura per non affrontare la realta’". Per questo "Un cambiamento radicale e’ possibile partendo dall’assunto che il sistema Paese ha le risorse per essere leader in Europa e punto di attrazione nel mondo. E che la globalizzazione non e’ il nostro problema, ma la piu’ grande opportunita’ per l’Italia. Un mondo piatto, sempre piu’ numeroso e sempre piu’ ricco, che ha fame di bello, quindi di Italia. A noi il compito di non sprecare questa possibilita’; abbiamo gia’ sprecato la crisi, adesso non possiamo sciupare anche la ripresa", "il PD crede possibile che il JobsAct sia uno strumento per aiutare il Paese a ripartire".
L’obiettivo, spiega Renzi, "e’ creare posti di lavoro, rendendo semplice il sistema, incentivando voglia di investire dei nostri imprenditori, attraendo capitali stranieri", "basta ideologie e mettiamoci sotto". "Il dislivello tra aziende italiane e europee e’ insostenibile e pesa sulla produttivita’ – continua il leader del Pd -. Il primo segnale e’ ridurre del 10% il costo per le aziende, soprattutto per le piccole imprese che sono quelle che soffrono di piu’" Per quanto riguarda la tassazione, "Chi produce lavoro paga di meno, chi si muove in ambito finanziario paga di piu’, consentendo una riduzione del 10% dell’IRAP per le aziende. Segnale di equita’ oltre che concreto aiuto a chi investe". Ma anche "fatturazione elettronica, pagamenti elettronici, investimenti sulla rete", "eliminazione dell’obbligo di iscrizione alle Camere di Commercio. Piccolo risparmio per le aziende, ma segnale contro ogni corporazioni", e "funzioni delle Camere assegnate a Enti territoriali pubblici". Inoltre "eliminazione della figura del dirigente a tempo indeterminato nel settore pubblico. Un dipendente pubblico e’ a tempo indeterminato se vince concorso. Un dirigente no. Stop allo strapotere delle burocrazie ministeriali". A questo si collega "la semplificazione amministrativa sulla procedura di spesa pubblica sia per i residui ancora aperti (al Ministero dell’Ambiente circa 1 miliardo di euro sarebbe a disposizione immediatamente) sia per le strutture demaniali sul modello che vale oggi per gli interventi militari. I Sindaci decidono destinazioni, parere in 60 giorni di tutti i soggetti interessati, e poi nessuno puo’ interrompere il processo. Obbligo di certezza della tempistica nel procedimento amministrativo, sia in sede di Conferenza dei servizi che di valutazione di impatto ambientale. Eliminazione della sospensiva nel giudizio amministrativo".
E trasparenza "amministrazioni pubbliche, partiti, sindacati hanno il dovere di pubblicare online ogni entrata e ogni uscita, in modo chiaro, preciso e circostanziato". Il JobsAct conterra’ un singolo piano industriale con indicazione delle singole azioni operative e concrete necessarie a creare posti di lavoro per ciascuno di questi settori: Cultura, turismo, agricoltura e cibo; Made in Italy (dalla moda al design, passando per l’artigianato e per i makers); ICT; Green Economy; Nuovo Welfare; Edilizia; Manifattura. Poi la semplificazione delle norme: "Presentazione entro otto mesi di un codice del lavoro che racchiuda e semplifichi tutte le regole attualmente esistenti e sia ben comprensibile anche all’estero"; "Riduzione delle varie forme contrattuali, oltre 40, che hanno prodotto uno spezzatino insostenibile. Processo verso un contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti; "Assegno universale per chi perde il posto di lavoro, anche per chi oggi non ne avrebbe diritto, con l’obbligo di seguire un corso di formazione professionale e di non rifiutare piu’ di una nuova proposta di lavoro"; "Obbligo di rendicontazione online ex post per ogni voce dei denari utilizzati per la formazione professionale finanziata da denaro pubblico". Ma "presupposto dell’erogazione deve essere l’effettiva domanda delle imprese. Criteri di valutazione meritocratici delle agenzie di formazione con cancellazione dagli elenchi per chi non rispetta determinati standard di performance".
Prevista anche la nascita dell’Agenzia Unica Federale che coordini e indirizzi i centri per l’impiego, la formazione e l’erogazione degli ammortizzatori sociali. Altro capitolo la "Legge sulla rappresentativita’ sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei CDA delle grandi aziende". "Su questi spunti, nei prossimi giorni – sottolinea Renzi -, ci apriremo alla discussione. Con tutti. Ma con l’idea di fare. Certo ci saranno polemiche, resistenze. Ma pensiamo che un provvedimento del genere arricchito dalle singole azioni concrete e dalla certezza dei tempi della pubblica amministrazione possa dare una spinta agli investitori stranieri. E anche agli italiani. Oggi stimiamo in circa 3.800 miliardi di euro la ricchezza finanziaria delle famiglie italiane. Insomma, ancora qualcuno ha disponibilita’ di denari. Ma non investe perche’ ha paura, perche’ e’ bloccato, perche’ non ha certezze". "Noi vogliamo dire che l’Italia puo’ ripartire se abbandoniamo la rendita e scommettiamo sul lavoro – sottolinea il segretario Pd -. In questa settimana accoglieremo gli stimoli e le riflessioni di addetti ai lavori e cittadini. Poi redigeremo il vero e proprio Jobs Act".
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