“La solita canzone, che sai gia’ come fa… c’e’ un poco di finzione e un po’ di verita’…”. Ho voluto iniziare con questi versi della canzone interpretata da Gigi Proietti per collegarmi all’ultimo articolo di Dino Nardi che scrive sui nuovi ed ennesimi tagli per gli italiani nel modo. E’ davvero la solita canzone, il solito tarà tarà che ormai tutti i governi quando si parla di legge finanziaria usano; il solito ritornello, del resto lo abbiamo visto anche con l’approvazione alla Camera dello ius soli, gli italiani all’estero non sono stati nemmeno presi in considerazione. Qualcuno ha detto “non ci arrenderemo”, ma se le battaglie non si fanno quando si deve, allora quando? Era l’occasione buona per inserire anche gli italiani all’estero che sono italiani a tutti gli effetti, lo ricordiamo.
Alcuni politici di sinistra se la sono presa con quelli che alla Camera hanno votato contro, addirittura chiamandoli razzisti; parole un po’ forti. Io credo che i veri razzisti siano quelli che dimenticano perché sono stati votati in parlamento, alcuni di loro sono là dal 2006 e ad oggi non sono riusciti a fare un bel nulla per gli italiani all’estero. Anzi, se vogliamo dircela tutta, cari eletti oltre confine, avete solo portato danno.
Smettiamola di fare le solite dichiarazioni di rito, basta propaganda e demagogia: “l’Italia e’ in recessione e dobbiamo contribuire”, dite? A parte che il premier Renzi va dicendo per mari e monti che l’Italia e’ fuori dalla crisi, sono più di dieci anni che gli italiani all’estero li state massacrando, avete buttato fior di milioni per enti come l’Enit, che sembra che ad oggi sia solo un logo e tanti milioni di debiti, smettiamola di fare tutti i sapientoni, siete pagati per fare e non per parlare, parafrasando il vostro premier.
A quelli che hanno fatto accordi con il tassinaro Verdini, dico: fategli una telefonata, mandategli una mail e spiegategli come il suo amico Renzi tratta gli italiani. La solita canzone, siamo sempre noi italiani all’estero ad essere penalizzati, troppo facile prendersela con i più deboli… tara’, tara’, tara’.
Discussione su questo articolo