Immigrazione e violenza, un’Italia nel caos – di Marco Zacchera

Children out of school climb a wall to see a civilian helicopter land in Gueckedou, Ginea, Friday Nov. 21, 2014. Saturday Nov. 15, 2014. Officials in Guinea say bandits during a roadside robbery stole a cooler containing blood samples that are believed to have Ebola, from a vehicle traveling from Kankan prefecture in central Guinea to a test site in Gueckedou, in the south.(AP Photo/Jerome Delay)

Sarebbe sciocco e stupido imputare alla gran parte degli immigrati più o meno clandestini la responsabilità di crimini o violenze, ma non c’è dubbio che tra di loro ci siano purtroppo anche dei delinquenti. Forse, più che tra quei disperati sbarcati dai gommoni e poi spariti in mezza Europa, andrebbero cercati tra quelli che stanno da tempo in Italia e ai quali sono stati spesso tollerati atteggiamenti palesemente contrari alla legge. Quante migliaia di occupazioni abusive ci sono state finchè qualcuno ha cominciato a sollevare il problema? Quante famiglie che ne avrebbero tutti i diritti non hanno potuto e non possono prendere possesso della propria casa perché altri ne sono entrati abusivamente e ci restano contro ogni regola?

Scontri a Roma e a Milano dove – finalmente – si cerca di intervenire a liberare gli alloggi e dove gli occupanti (spalleggiati dai soliti “autonomi” impuniti, tutti sempre puntualmente rilasciati) cercano di prendere a botte le Forze dell’Ordine. Alla fine di giornate pesanti si contano più feriti tra i poliziotti che arrestati, in un bilancio che non torna, perché non capisco perché chi reagisce con la violenza per difendere un proprio abuso non debba essere immediatamente e concretamente espulso, se clandestino, e spedito dentro se violento.

L’impressione è che si chieda fermezza ai poliziotti per qualche giorno sotto l’onda dell’attenzione dell’opinione pubblica, ma poi tutto tornerà esattamente come prima, come è realtà da troppo tempo: vogliamo scommetterci? Ne ho conferma da una lunga intervista al prefetto di Milano pubblicata mercoledì dal “Corriere della Sera” che sarà sicuramente “politicamente corretta” per un prefetto che tira a far carriera, ma segna la sconfitta e la resa dello Stato, almeno quello di diritto, con l’arrendersi di fatto all’abusivismo conclamato.

*ex deputato PdL, già sindaco di Verbania