Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, intervistato da Libero, promette "un settembre caldo" sul fronte dell’accoglienza degli immigrati, sostenendo che "Renzi li manda tutti al Nord come atto di ritorsione politica".
Secondo Maroni il Governo ha disatteso gli impegni presi con le Regioni: "Un anno fa – racconta il leghista – tutti noi governatori firmammo col governo per la ripartizione controllata degli immigrati. Era l’inizio del semestre italiano Ue e nessuno di noi poteva immaginare che, avendo in mano le leve del potere, Renzi non facesse nulla per risolvere la situazione. Comunque allora lo Stato si era impegnato a costruire degli hub regionali gestiti dalla Protezione civile, nei quali gli immigrati dovevano essere divisi in clandestini e rifugiati. I primi dovevano essere respinti, gli altri sistemati. In pratica era la fotocopia del piano che da ministro avevo applicato con successo nel 2011".
Secondo Maroni, però, è finita che "tutti gli accordi sono stati disattesi, le Regioni bypassate e i Comuni inondati di extracomunitari". Da qui la premessa di un mese di lotta: "Agirò su due leve – spiega il governatore lombardo – La prima riguarda la difesa di quei sindaci che si rifiutano di accogliere gli immigrati e che rischiano un’incriminazione per abuso d’ufficio. Bene, saremo al loro fianco e ci faremo carico delle spese per la loro difesa". Il secondo intervento annunciato da Maroni è di natura economica: "In Regione c’è un fondo da 715 milioni di euro per gli investimenti sul territorio. Nell’esaminare le richieste privilegeremo quei sindaci che si sono opposti all’arrivo indiscriminato degli immigrati e controlleremo con molta pignoleria le richieste di quelli che gli spalancano le porte, avallando un comportamento criminogeno".
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