Il tema dell’immigrazione torna ad essere al centro del dibattito politico italiano, dopo la tragedia di Lampedusa, in cui sono quasi trecento i morti tra i migranti provenienti dall’Africa. Così si torna a parlare anche della necessità di rivedere la Bossi-Fini e – secondo alcuni – di abolire il reato di immigrazione clandestina.
Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, in visita a Lampedusa, proprio a proposito della Bossi-Fini, in conferenza stampa si è mostrato disponibile ma prudente: "affronteremo il tema con la dovuta attenzione e con il confronto tra forze politiche che in passato, sulla questione, hanno avuto posizioni diverse". Non sarà facile per l’esecutivo, per il Parlamento, riuscire a sciogliere il nodo. E’ evidente che il tema dell’immigrazione divide – come tanti altri – questa strana maggioranza, composta da partiti che storicamente si sono fatti la guerra a vicenda. Lo si capisce anche dalle parole del vicepremier e ministro dell’Interno, Angelino Alfano, secondo il quale cambiare la legge Bossi-Fini sarebbe qualcosa "da fare subito, se questo servisse a per evitare tragedie" come quella degli ultimi giorni; tuttavia, aggiunge il segretario del PdL, "temo che questa non sia la soluzione del problema". Insomma, Alfano mette le mani avanti, perché sa bene che il popolo di centrodestra non sarebbe assolutamente d’accordo ad allargare le maglie della rete anti-invasione.
Si fa sentire sul tema anche Maurizio Gasparri, esponente di punta del PdL e vicepresidente del Senato: "Usare l’immensa tragedia di Lampedusa per interventi demagogici e affrettati sulla legge italiana sarebbe un errore madornale", avverte, e aggiunge: "Bisogna agire a livello europeo, organizzare in maniera adeguata Frontex, fare accordi con i Paesi da dove partono i viaggi della morte, riflettere sugli errori della politica occidentale in sostegno alla cosiddetta primavera araba o ai conflitti in Libia". Dunque, "non bisogna decidere sull’onda delle emozioni, ma agire con razionalità inquadrando questo intervento in una politica estera di autentica solidarietà, diversa da quella sin qui attuata". Gasparri, in conclusione, assicura: "non ci faremo travolgere da spinte demagogiche e cercheremo di imporre una discussione che nella razionalità e nella concretezza sappia abbinare i valori della solidarietà e della legalità". Non sarà semplice. Il Pd è di tutt’altra opinione: secondo il partito guidato da Guglielmo Epifani, è necessaria "con urgenza l’abolizione del reato di immigrazione clandestina, oltre ad una riforma complessiva della legislazione vigente a partire dalla Bossi-Fini".
Intanto, la crisi economica colpisce anche gli stranieri in Italia: tra i migranti cresce il tasso di disoccupazione (+13%) e per la prima volta nel 2012 i permessi di soggiorno per ricongiungimenti familiari superano quelli per motivi di lavoro. Insomma, comincia a mancare il lavoro anche per coloro che in genere sono pronti – quando si tratta di persone oneste e di buona volontà – a svolgere anche i lavori più umili, che in certi casi gli italiani non sono più disposti a fare. Un segnale, questo, che dovrebbe far riflettere sull’opportunità di continuare ad accogliere nel nostro Paese persone a cui sarà sempre più difficile, vista la negativa congiuntura economica, offrire lavoro e quindi mezzi di sostentamento.
La linea di ItaliaChiamaItalia sul tema dell’immigrazione è netta, da sempre: va bene la solidarietà, doveroso il soccorso, ma altra cosa è la priorità dei diritti che va data all’Italia e agli italiani. Molti di noi si sentono già stranieri in Patria, figuratevi cosa potrebbe succedere se davvero venissero dati segnali sbagliati. Abolire la legge Bossi-Fini e cancellare il reato d’immigrazione clandestina significherebbe dare il via libera a chiunque abbia in mente di entrare nel nostro Paese illegalmente, vorrebbe dire incentivare gli arrivi di barconi – proprio come quello di Lampedusa che ha causato la morte di centinaia di migranti – e carrette del mare, carichi di clandestini che non sarebbero più nemmeno considerati illegali, ma al massimo irregolari.
No, non possiamo, non dobbiamo permetterlo. L’Italia non è la Francia, non è il Nord America, è socialmente e strutturalmente diversa da Paesi molto più adeguati ad accogliere. E l’Europa non può lasciare che proprio il nostro territorio rappresenti per le sventurate popolazioni africane la porta sempre aperta per entrare senza controllo nel Vecchio Continente. Vedremo come andrà a finire, come si svilupperà il dibattito politico e se e quali misure verranno messe in campo, se e quali modifiche verranno studiate a livello legislativo: ma ci auguriamo che chi nel governo Letta rappresenta quei valori e quelle idee tipiche del centrodestra non molli la presa.
Il Pd non può pensare che questo sia il suo governo: o sono larghe intese, dove ciascuno ha un ruolo e una forza di negoziazione, oppure mandiamo all’aria questo esecutivo e facciamola finita. La Bossi-Fini è una buona legge: è vero che tutto può essere migliorato, ma attenzione a non fare scelte sull’onda dell’emozione e del buonismo ipocrita, perché in futuro potremmo pentircene amaramente.
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