In una settimana il testo di quest’articolo è radicalmente cambiato tre volte, ma non è cambiato il titolo e il concetto: credo che il prossimo 5 giugno segnerà la fine politica di Silvio Berlusconi. La scelta finale (?) di Berlusconi di sacrificare Bertolaso prima intoccabile per aiutare Marchini è un autogol clamoroso e credo sancirà la fine di Forza Italia nella capitale e della coalizione FI-LN-FdI in molte parti d’Italia.
In una reciproca guerra di bande questa decisione difficilmente porterà comunque Marchini al ballottaggio ma probabilmente lo impedirà alla Meloni e le elezioni romane registreranno comunque la fine del centro-destra a trazione Berlusconi che – dopo una agonia che dura ormai da cinque anni – chiuderà in modo fallimentare la sua lunga e in altri tempi spettacolare e positiva carriera politica.
D’altronde se Berlusconi non è stato capace di capire che il “cerchio magico” intorno a lui (vedi la senatrice Rossi e la sua amica Pascale) non ha il minimo senso della realtà ed ha respinto i consigli di decine di dirigenti di Forza Italia che – cominciando da Toti – lo imploravano da tutta Italia di tenere unita la coalizione appoggiando la Meloni (anche tenendo conto di cosa accade in altre città e in vista delle prossime elezioni) significa che per lui non c’è davvero più niente da fare.
Chiuso nel palazzo, autoilludendosi di essere un Padreterno mentre è invece – purtroppo – solo un personaggio politicamente ormai logorato, Silvio Berlusconi con la sua scelta per Roma si è preso la responsabilità di spaccare ancora di più Forza Italia che è rimasta ormai un’ombra di se stessa, ha complicato la vita a decine di candidati di centrodestra in giro per l’Italia, ma soprattutto ha perso la sua futura credibilità personale con un “Ego” spropositato e inutile, dimostrando di non vedere due righe davanti al naso.
Se si è offeso pensando che Meloni e Salvini gli abbiano mancato di rispetto, provi a guardarsi allo specchio, magari togliendosi quegli occhialoni neri che lo rendono inquietante, oltre che ridicolo. Certo, oggi gli applaudono i “moderati” (strani “moderati” se si alleano con Storace e la Mussolini…) ma che peso hanno in termini di voti Fini, Casini, i centristi dispersi che fanno la coda a Renzi per qualche posticino e a Roma si alleano con l’esponente di una famiglia palazzinara che ha sempre flirtato con la sinistra? E’ questo il centro-destra “moderato” che immagina l’ex Cavaliere? Ma è fuori dal mondo!
Di fatto a Roma Berlusconi sta facendo apertamente il gioco di Renzi (inconsapevole o no? I dubbi di Salvini su di una specie di ricatto sui diritti TV a Mediaset sono legittimi) creando le possibilità al PD Roberto Giachetti di andare al ballottaggio contro il M5S mentre, al contrario, un voto al ballottaggio tra la Meloni e i grillini avrebbe spaccato il PD con imprevedibili conseguenze anche in vista del referendum di ottobre e delle successive elezioni politiche. Elezioni che saranno a breve se Matteo Renzi dovesse perdere il referendum ma che – perdendo clamorosamente a Roma – avrebbe messo il premier comunque in grandi difficoltà anche in vista del voto referendario. E voglio vedere con quale nuovo voltafaccia – anche se ormai alle giravolte è abituato – Berlusconi riuscirà a ritessere le fila di una coalizione a destra dopo averla mandata al macero. Scommettiamo piuttosto che presto tornerà un “Nazareno 2” con pacche sulle spalle tra l’uomo di Arcore e il premier fiorentino?
Provo rabbia a vedere dissipato un patrimonio di milioni di elettori, la possibilità concreta di cambiare la storia di questo paese con una generazione che sappia fare meglio della nostra. ma soprattutto vedendo l’insopportabile presunzione berlusconiana, sciocca e senza senso perché i tempi passano per tutti e Silvio Berlusconi aveva il diritto-dovere di uscire di scena in bellezza. Ma lui non lo capisce e per questo lo trovo ipocrita ed egoista. Triste fine politica di un uomo che è ormai diventato la macchietta di sé stesso. Parole dure? Vedrete il 6 giugno!
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