E’ veramente commovente constatare come tutti i partiti siano impegnati fino allo spasimo a dare al più presto all’Italia quelle riforme che si implorano da anni e delle quali tutti parlano e alle quali tutti vogliono portare valido contributo, affinchè si possa guardare al futuro con maggior serenità, si possa andare a votare senza avere il dubbio di essere poi presi per i fondelli come, purtroppo, è di norma, e le istituzioni tutte possano essere all’altezza degli ardui compiti che sono chiamate a svolgere.
Sono mesi che si consultano, che si mandano "in quel posto" per poi colloquiare ancora, ma alla fine mi sorge il dubbio, anzi la certezza, che nessuno abbia le idee chiare e sembra che diano seguito al comando "facite ammuina": così passa tempo e tutto resta come prima.
Credo, e non penso di sbagliare, che, quando si è in crisi e non si ha alcuna idea, sia opportuno guardarsi intorno e vedere come i vicini di casa hanno risolto e risolvono i problemi. Si discute dei massimi sistemi istituzionali, in Europa ne abbiamo di validi e degni di essere presi ad esempio, ma, chissà per quale arcano motivo, per noi non vanno bene; forse perchè siamo meno seri?
Sembra che nessuno, neanche quelli che velatamente lo accennano, si sia reso conto che è prioritario ridurre le tasse e per farlo, nota dolente, è necessario diminuire subito la spesa pubblica che continua ad aumentare (magna magna e clientelismo sono duri da estirpare).
Le industrie sono in crisi sia per la burocrazia che le strangola, sia per la barbara tassazione, sia per le banche che non concedono prestiti e, soprattutto, per l’alto costo dell’energia; ebbene di questi tre fattori sembra che sia da affrontare solo quello relativo all’energia, con invasione di tetti e campi di pannelli fotovoltaici che tanto spazio occupano e poco e saltuariamente producono. Queste centrali fotovoltaiche, a parità di energia prodotta e, solo di giorno, occupano un’area da 20 a 50 volte quella occupata da una centrale termoelettrica che, cosa non da poco, può produrre energia ininterrottamente.
Sulla delicata questione c’è inoltre da considerare che se si vogliono tenere le centrali termoelettriche solo per la notte, in sostituzione dei pannelli, poichè serve un tempo di avviamento (dall’accensione alla produzione di energia) di varie ore è indispensabile avviarle, con conseguente spreco di combustibile, in pieno giorno.
Fatto unico in Italia è che il solo referendum del quale le istituzioni hanno tenuto conto è stato quello dell’abolizione del nucleare e così noi, popolo furbo ed evoluto, compriamo energia elettrica che gli "incivili" producono appena oltre i confini con le centrali nucleari. Nel modo ci sono oltre 400 centrali nucleari in funzione, 69 in costruzione e 160 pianificate: anche gli Emirati Arabi Uniti, che fessi non sono, ne stanno programmando la costruzione in modo da poter vendere oggi più idrocarburi. Noi, invece, pensiamo di risolvere il problema del continuo ed inarrestabile fabbisogno energetico con i pannelli solari. Qualcuno direbbe: "Siete astuti come cervi".
Altro tema scottante è quello relativo ai poveri che aumentano in modo impressionante e che sono lasciati a se stessi come se fossero di impiccio; nel contempo, nulla si fa per impedire gli sbarchi di gente in cerca di asilo, di lavoro, ma che molto spesso finisce per condurre una vita fuori della legalità. Questi sbarchi non fanno altro che aumentare il disagio sociale, la delinquenza e le spese dello stato per le quali vengono aumentate le tasse, ma non risolvono il problema. I nostri soloni pensano siano sufficienti le note di velata protesta e gli appelli all’Ue, che continua a fare orecchio da mercante.
A completare la manifesta incapacità dei nostri politici dobbiamo annoverare anche tutta quella miriade di comitati e di no a prescindere contro tutte quelle opere necessarie per stare al passo coi tempi e non restare emarginati dal contesto delle nazioni sviluppate. Orbene, considerata la nostra incapacità, unita a mancanza di serietà, sarebbe opportuno, ma, ahimè, noi da popolo superiore non possiamo, che per le riforme e/o provvedimenti urgenti guardiamo cosa fanno i vicini di casa: "Che è meglio" diceva il puffo Quattrocchi, se non altro per non fare ridicole figure.
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