Matteo Salvini, vicepremier e ministro dell’Interno, intervistato dal quotidiano Libero commenta la relazione del Workshop Ambrosetti secondo la quale otto imprenditori su dieci non sono soddisfatti del lavoro del governo in economia: “Ma loro sono quelli che promuovevano Monti e Renzi. Li ascolto, come ascolto tutti e com’è giusto che sia, però sono molti di più quelli che, da Nord a Sud, mi ringraziano. E qui a Verona (al Vinitaly, ndr) ne ho avuto la prova”. Economia sull’orlo del baratro? “Questo lo sostiene sempre chi stava con Monti e la Fornero”.
“Io sono l’uomo meno litigioso del mondo. Rispetto tutti, a condizione di reciprocità, il che non significa porgere l’altra guancia”. Salvini manda dei messaggi espliciti alla componente grillina del governo: “Le polemiche sono tempo perso, d’ora in poi non risponderò più alle provocazioni” e “rientra tutto nella logica della campagna elettorale. Chi è indietro attacca per recuperare voti”.
“Bado al sodo, non alla forma” ribadisce. Poi ammette: “Sicuramente c’è all’interno del Movimento una pesante componente di sinistra che non condivide molte battaglie della Lega e che, per esempio, vorrebbe rivedere la legittima difesa o insiste perché io cambi linea politica sull’immigrazione. Ma il problema non è mio, perché non intendo dare retta a queste persone”, “il problema non esiste, perché andremo avanti anche se qualcuno si fa venire il mal di pancia”.
Sul tema dell’autonomia ribadisce: “Ho detto entro primavera e manterrò la parola”. E replica secco alle critiche del ministro del Sud Lezzi: “Basta che legga i giornali”.
“Sono soddisfatto di ciò che abbiamo fatto in dieci mesi di governo. Se però mi chiede dove siamo venuti meno, non ho problemi a risponderle: cantieri, infrastrutture, Tav, aeroporti. Oggi (ieri, ndr) ho annunciato a Zaia lo sblocco dei cantieri della Brescia-Verona-Vicenza-Padova, ma bisogna fare di più”.
Il ministro Toninelli rallenta? “Non faccio nomi. Dico solo, testa bassa e lavorare. Certo, non nascondo che molte cose non sono state ancora fatte perché c’è chi frena, ma non solo a livello politico, anche burocratico, ma chi è al governo non deve avere paura. Se io mi fossi fermato ad aspettare in tema d’immigrazione tutti i via libera dell’Europa, della burocrazia, degli alleati, quest’anno avremmo avuto centomila sbarchi, invece abbiamo risolto il problema”.
“Sulla giustizia c’è una legge delega e aspetto che il ministro Bonafede proponga la sua riforma. A me interessano i tempi certi del processo: gli italiani perennemente sotto giudizio non mi piacciono e se il Guardasigilli ha in mente questo, deve rivedere i suoi piani”.
“Sono preoccupato per i nostri lavoratori in Libia, ma non temo un’invasione di clandestini, perché ormai tutti hanno capito che qui non si arriva. Mi fa più paura una ripresa del terrorismo islamico e non vorrei per gli interessi di qualcuno scoppiasse un casino. In Libia gli altri Paesi combinano disastri da dieci anni, e adesso mi sembra stiano continuando sulla strada sbagliata” e “di certo non si risolve il problema sparando”.