New York è cara, carissima, questa cosa ce la ripetiamo sempre. Sono quindici anni che me lo sento dire.
Appena arrivato qui ricordo le parole di un uomo che lavorava a Wall Street. Alla mia ennesima lamentela, mi rispose: Non è New York che è cara, sei tu che guadagni poco. In pratica ero povero.
Ma si sta davvero così male a New York guadagnando poco? La verità è che, anche se si guadagna poco, qui puoi vivere bene.
Innanzitutto quello che c’è di bello a New York, in realtà, è gratuito. Questo è un punto centrale che non va dimenticato. Perché una passeggiata a Central Park costa zero, perdersi tra le vetrine della Fifth Avenue costa zero, fare una pausa pranzo a Bryant Park costa zero, e poi ci sono tanti spazi pubblici, che vengono finanziati dal capitalismo americano, in cui puoi goderti la vita senza dover spendere nulla.

Io quando guadagnavo pochissimo (1212 dollari ogni due settimane, che è considerato poco per New York), ricordo perfettamente che andavo da Rudy’s Bar and Grill, ad Hell’s Kitchen, e con tre dollari prendevo una birra ed un hot dog, e passavo così la serata.
C’era la musica, c’erano i newyorkesi, c’era la vita, e me la cavavo con circa dieci dollari. Non di più. Neanche a Salerno riesco a passare una serata con così poco.
Ci sono, ad esempio, le biblioteche pubbliche, come la meravigliosa New York Public Library sulla Fifth Avenue, ma anche tutte le sue diramazioni nei quartieri. Puoi entrare, leggere, studiare, usare il Wi-Fi gratuito, stampare documenti, vedere mostre temporanee, partecipare a corsi e incontri. Tutto questo è gratis. Non una volta, non con una tessera speciale: è sempre gratuito per chiunque viva in città.
Lo stesso vale per il Metropolitan Museum, che per i residenti è gratuito. Non propio gratuito, devi fare una donazione di minimo dieci centesimo di dollaro.

Poi certo, ci sono esperienze costose, vuoi andare in una Steakhouse e paghi duecento dollari a persona. Sarebbe stato improponibile. Ma che peso ha una bistecca sulla nostra felicità? Nessuno, amici, nessuno. Quindi il primo teorema è il seguente 1) Ciò che c’è di bello a New York, è gratuito.
Andiamo alla seconda parte. Puoi trovare un appartamento in affitto anche con poco, basta che ti sposti da Manhattan. Io ora pago 6350 dollari d’affitto al mese, sto bene, vivo la mia vita da quarantenne che si è realizzato. Ma quando arrivai qui a trent’anni, andai a vivere ad Astoria, nel Queens, in un appartamento con altri due coinquilini.
Pagavo solo 675 dollari d’affitto al mese, che significava un po’ più di un quarto dello stipendio. Avevo la mia stanza, grande, con letto e una scrivania su cui c’era il mio PC.
La scrivania in camera per me è fondamentale, basta quella per avere un vero e proprio ufficio a portata di mano. Vivevo a due passi dalla fermata della metro, a quindici minuti da Manhattan. Eppure pagavo pochissimo. New York è pieno di occasioni come questa, basta cercare un po’.
Qualcuno direbbe che va bene però avrei dovuto vivere con il coinquilino, non ero da solo. Amici, credetemi, a New York è normalissimo, a tutte le età. Carmen D’Alessio, che era la famosa PR di Studio54, una volta ci ospitò a casa sua.




Oramai lei ha oltre ottant’anni, anche se ha l’animo di una ragazzina. In casa conservava un ritratto che le aveva fatto Andy Warhol, e che lei custodiva gelosamente.
Nella sua casa, vicino al Central Park, aveva una stanza. L’affittava e viveva con il coinquilino.
Non ho mai capito se lo facesse per necessità, o per avere compagnia. Ma non è quello il punto. Avere coinquilini, a tutte le età, è normalissimo a New York, non è una sconfitta, è una possibilità che ti permette di goderti la vita nella grande Mela. Quindi secondo teorema: trovare affitti convenienti non è così difficile.
Passiamo al cibo. Qui dirò un’ovvietà, ma devo dirla. Essendo una metropoli di ricchezza e povertà, ci sono tante opzioni di cibo a basso costo. E non parlo solo della classica slice di pizza a un dollaro, che oramai non esiste, perché si parte minimo da un dollaro e cinquanta, ma di cibo vero, di cibo caldo, che può essere acquistato a prezzi decenti. Che sia una zuppa, del riso fritto cinese, del pollo alle mandorle, o pasta d’asporto, oppure dei DELI dove paghi quello che mangi, in base al peso.
La verità – e me lo disse il coinquilino australiano – è che il cibo a New York, il cibo cotto e cucinato, costa relativamente poco in base agli stipendi. Chiaro, se voglio il prosciuttino di Parma, la spesa ovviamente aumenta. Perché è un prodotto di Parma. Ma io mangiavo il loro prosciutto di tacchino, anche molto sano a livello di proteine, e lo pagavo pochissimo.
E la carne di pollo? Anche quella ha un prezzo abbordabile. Per fare la spesa poi basta conoscere i posti giusti, per esempio gli americani vanno da Costco e risparmiano tantissimo. Quindi terzo teorema: il cibo costa poco.
E arriviamo al quarto teorema: quando ti sai muovere in una metropoli come questa, impari ad andare in tanti eventi gratuiti, che ci sono continuamente. New York è una macchina che non si ferma mai, e ogni settimana, in ogni angolo della città, c’è qualcosa da fare senza spendere un centesimo.
L’altro giorno sono andato al famoso venerdì del Whitney Museum, una festa vera e propria: musica, arte contemporanea, terrazza con vista sul fiume Hudson, tutto gratis. Ma il Whitney è solo uno dei tanti. Il MoMA offre ingresso gratuito il venerdì sera, il Brooklyn Museum organizza eventi comunitari gratuiti con musica, performance e street food.
D’estate poi, New York si trasforma in un palcoscenico a cielo aperto. C’è il cinema all’aperto nei parchi, dove ti porti una coperta, ti siedi sotto le stelle e ti guardi un film con migliaia di altre persone. Central Park, Bryant Park, Prospect Park… ogni quartiere ha il suo maxischermo. E non solo film: ci sono concerti gratuiti, spettacoli teatrali come Shakespeare in the Park, balletto, jazz e persino opera.
E non parlo di eventi minori: ci suonano artisti veri, ci recitano attori professionisti. A volte ti ritrovi ad ascoltare un’orchestra sinfonica seduto sull’erba, accanto a sconosciuti che diventano amici per una sera.
E poi ci sono le feste di quartiere, le block party, i festival culturali, dalla parata del Pride alla festa del San Gennaro a Little Italy, dal Lunar New Year a Chinatown fino al West Indian Day Parade a Brooklyn. Ogni comunità porta in strada la propria cultura, con musica, cibo, danze. E tu sei invitato. Sempre.
Il bello è che non devi nemmeno cercare troppo: basta camminare, aprire Instagram, guardare le bacheche dei centri culturali.
La metropoli ti tira dentro, ti coinvolge, ti spinge ad uscire di casa, ti regala esperienze culturali che in altre città costerebbero decine di euro. E spesso le cose più belle capitano per caso: un sassofonista in metropolitana che suona come Coltrane, una jam session improvvisata in un parco, un coro gospel in una chiesa aperta a tutti.
Quindi il quarto teorema è questo: a New York ci sono sempre cose gratuite da fare — e spesso sono proprio quelle che ti restano nel cuore.
E arriviamo all’ultima parte del teorema. Quando guadagni poco a New York, hai tante cose gratuite che ti vengono fornite dal Comune di New York, e questa è una cosa che sorprende chi è abituato a pensare all’America solo come terra del profitto. La verità è che, dietro la facciata ultra-capitalista, New York City è anche una città estremamente solidale, con una rete pubblica pensata proprio per chi ha meno.
Poi ci sono i centri ricreativi municipali. Se ti iscrivi con una piccola quota simbolica annuale, puoi avere accesso a palestre, piscine pubbliche, corsi di yoga, danza, arti marziali. Ma anche qui, per chi ha redditi bassi, il Comune offre sconti o esenzioni totali, perché lo sport e il benessere non devono essere un lusso.

I trasporti pubblici sono cari? Sì. Ma il Comune mette a disposizione programmi di scontistica per studenti, anziani, e famiglie a basso reddito. E soprattutto, New York ha una rete di trasporto così vasta che ti permette davvero di non aver bisogno dell’auto. Anche vivere lontano dal centro è sostenibile.
E poi ci sono gli alloggi a prezzo calmierato, ovvero gli “affordable housing programs”. Sono bandi pubblici a cui puoi partecipare anche se hai un reddito medio o basso, e che permettono di accedere ad appartamenti nuovi, sicuri, spesso in zone centrali o ben collegate, con affitti anche della metà rispetto al mercato.
Le scuole pubbliche di New York, pur nella loro varietà, offrono programmi eccellenti, anche per bambini stranieri, e spesso includono corsi di arte, teatro, coding, lingue. E c’è una rete di scuole serali gratuite per adulti che vogliono imparare inglese, prendere un diploma, o specializzarsi.
La verità è che New York, se sai dove guardare, ti aiuta. Non ti lascia solo. È come se ti dicesse: “Ok, non guadagni tanto, ma vuoi impegnarti? Vuoi stare qui, vivere, creare, studiare, sognare? Allora io ti do una mano.”
Ecco perché il quinto teorema è questo: New York offre un welfare invisibile ma potentissimo, che ti permette di vivere con dignità anche con poco.