Giulia Ligresti deve scontare due anni e otto mesi di reclusione ma oggi e’ una persona libera. Il gip Ilaria Guarriello, del tribunale di Torino, ha accolto la richiesta presentata dai difensori della donna, Alberto Mittone e Gianluigi Tizzoni, di revocare gli arresti domiciliari. La figlia dell’ingegner Salvatore Ligresti aveva patteggiato lo scorso 3 settembre, uscendo cosi’ dall’inchiesta su Fonsai. "Sono sfinita", era stato il suo commento. Quando la sentenza diventera’ definitiva (in teoria e’ ancora possibile un ricorso in Cassazione) potra’ cominciare a discutere con il tribunale di sorveglianza competente per territorio, quello di Milano, la citta’ in cui stava trascorrendo il periodo di arresti domiciliari, le modalita’ con cui scontare la pena: siccome si tratta di meno di tre anni, puo’ chiedere, per esempio, l’applicazione a un lavoro di pubblica utilita’.
Nel frattempo l’inchiesta della procura e della guardia di finanza di Torino, concentrata sull’escamotage di bilancio che ha permesso alla famiglia Ligresti di intascare illecitamente dividendi per oltre duecento milioni, continua. Il 16 settembre i magistrati sono andati a Milano per interrogare l’ingegnere di Paterno’, a sua volta agli arresti domiciliari, che pero’ si e’ avvalso della facolta’ di non rispondere. L’incontro, durato pochi minuti, era stato preceduto da un lungo braccio di ferro con la difesa che si era sbloccato solo dopo una visita eseguita da un medico di fiducia della procura, Roberto Testi, il quale aveva certificato che l’ingegnere, nonostante l’eta’ e qualche acciacco, era perfettamente in grado di sostenere le domande degli inquirenti.
I pm ci riproveranno il 27 settembre ma con il figlio di Salvatore, Paolo, che andranno a trovare a Lugano; e se anche non riuscissero ad avere le risposte che cercano, possono arricchire il carniere con il patteggiamento di Giulia e con alcune delle dichiarazioni della donna, che a differenza degli altri non aveva tentato di smontare il castello delle accuse ma aveva chiarito il proprio ruolo e le proprie competenze, spiegando – dal suo punto di vista – cosa era successo. La scelta di Giulia ha spiazzato gli altri indagati, rompendo il fronte difensivo comune. E adesso i magistrati stanno lavorando anche per capire se, nei mesi scorsi, ci siano stati dei tentativi di influenzare le testimonianze da parte di qualcuno: un fronte di accertamenti che tocca personaggi legati alla massoneria.
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