Ripartire non da ‘un terremoto’. Ma ‘dai terremoti’ che si sono abbattuti sull’Emilia. Gia’, perche’, come ha spiegato l’assessore all’istruzione dell’ Emilia-Romagna Patrizio Bianchi, se dopo la scossa di domenica 20 maggio i plessi scolastici inutilizzabili erano ‘solo’ 69, la seconda forte scossa – quella di martedi’ 29 – li ha triplicati portandoli a 219. A queste si aggiungono cinquanta scuole dell’infanzia, quattro studentati universitari e cinque centri di formazione professionale. Un colpo durissimo per un’area molto vasta.
In totale sono circa cinquantamila i ragazzi senza una scuola. E se per molti vuol dire semplicemente la fine anticipata delle lezioni, chi deve sostenere l’esame e’ ancora in attesa di certezze. Certezze che, come ha spiegato il dirigente facente funzione dell’Ufficio scolastico regionale, Stefano Versari, non arriveranno prima del decreto governativo che dovra’ delegare all’ufficio regionale le variazioni di tipo organizzativo. Intanto, la prima preoccupazione e’ quella degli scrutini che in alcuni casi si svolgeranno in appositi container richiesti alla protezione civile.
Chiuso l’anno scolastico in corso, tutte le risorse si sposteranno sul prossimo con l’obiettivo di dare un’aula a tutti entro il 17 settembre, data di inizio delle lezioni. Bianchi – nel corso di una conferenza stampa interrotta alle 12 per il minuto di silenzio in memoria delle vittime del sisma – ha spiegato che al momento si sta procedendo a catalogare le scuole in tre gruppi: quelle recuperabili entro l’inizio del prossimo anno scolastico, quelle recuperabili dopo quella data, e quelle non recuperabili e quindi da ricostruire. Di queste verifiche si stanno occupando i tecnici dei quattro atenei della regione (Bologna, Ferrara, Modena-Reggio Emilia e Parma).
‘L’idea – ha detto l’assessore – e’ comunque quella di prefabbricati stabili nel segno di una ricostruzione ecocompatibile, di una ricostruzione intelligente. Stiamo verificando con gli esperti la possibilita’ di realizzare le nostre nuove scuole non con strutture provvisorie, ma con edifici di alta qualita’ e con tempi ridotti di realizzazione’.
Intanto, segnali positivi arrivano da questo mondo della scuola senza piu’ scuole: i dirigenti scolastici non si scoraggiano, sfollati anche loro, cercano soluzioni ai problemi logistici sotto gazebi improvvisati; i bambini sfollati trovano accoglienza nelle scuole dei paesi che li ospitano. Come a Cervia, dove questa mattina c’erano due nuovi compagni di classe modenesi in prima e in terza elementare.
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