Nuovo capitolo della guerra tra Silvio Berlusconi e Veronica Lario. Al Senato, dove e’ in discussione il decreto sviluppo, spuntano due emendamenti del Pdl che letti in controluce possono far pensare che siano stati ideati per mettere i bastoni tra le ruote dell’ex moglie del Cavaliere nella partita per il controllo dell’impero Mediaset. E’ la seconda volta che il Parlamento si occupa della successione della Dynasty berlusconiana. Nell’ottobre del 2011, poche settimane prima della fine del governo Berlusconi, si era materializzata una modifica delle regole sulle successioni con la quale Veronica e i suoi figli alla morte di Berlusconi non avrebbero avuto piu’ la maggioranza delle quote di Mediaset. Questa volta le proposte di modifica, presentate dai senatori pidiellini Bruno Cesario e Elvira Savino, riguardano un articolo del codice civile (il 768-quater) che disciplina il ‘Patto di famiglia’, istituto giuridico introdotto in Italia nel 2006 e che consente a un imprenditore di trasferire la sua azienda prima della propria morte a uno o piu’ discendenti, rimborsando gli altri con un controvalore in denaro. Si tratta di una norma con la quale gia’ oggi Berlusconi potrebbe consegnare definitivamente le chiavi della sua azienda a Pier Silvio e Marina, pagando a Veronica e agli altri figli di secondo letto la liquidazione delle quote che spetterebbero loro al momento della successione. Il ‘restyling’ del codice civile e’ stato subito interpretato dal Pd come un nuovo tentativo di limitare le aspettative di Veronica. In primo luogo gli emendamenti proposti dal Pdl cancellano l’obbligo per l’imprenditore di stipulare il contratto con cui trasferisce l’azienda ai discendenti prescelti alla presenza del coniuge e di tutti gli altri eredi.
Se oggi costoro ‘devono’ prendere parte al contratto, con l’emendamento la loro convocazione diventa facoltativa. Altra norma che potrebbe interessare le vicende patrimoniali della famiglia Berlusconi, quella sulla liquidazione degli esclusi. Viene infatti previsto che i discendenti che restano fuori dalla proprieta’ aziendale si vedranno sottrarre dalla quota in denaro loro spettante tutte le donazioni ricevute in passato. I presentatori degli emendamenti non hanno trascurato un altro problema: quello dell’arrivo sulla scena di nuovi eredi dopo la stipula del ‘patto di famiglia’.
La preoccupazione che essi possano accampare pretese sulla proprieta’ viene fugata con la previsione che i ‘legittimari sopravvenuti’ potranno chiedere ai fratelli cui e’ andata l’azienda ‘unicamente’ il pagamento delle quote che sarebbero spettate loro al momento della successione.
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