E’ fuori discussione il fatto che le elezioni regionali che si terranno il 28 ottobre siano un test molto importante per il centrodestra. In queste elezioni correranno per la presidenza della Regione Nello Musumeci (che è sostenuto dalla Destra di Francesco Storace, dal Popolo della Libertà e dal partito dei Popolari d’Italia Domani), Rosario Crocetta (che è sostenuto dal Partito Democratico e dall’Unione di Centro), Giancarlo Cancelleri (Movimento 5 Stelle) e Gianfranco Miccichè (sostenuto da Grande Sud, Futuro e Libertà per l’Italia e Movimento per l’Autonomia). Ci sarebbe stato anche il candidato di sinistra Claudio Fava ma si è ritirato.
Usando un termine calcistico, io ritengo che in queste elezioni il centrodestra abbia più da perdere. Per il centrodestra, questa è una partita che deve essere vinta. Ora, la Sicilia è una regione storicamente di centrodestra. Il popolo siciliano è un popolo profondamente cattolico e conservatore, a differenza di quello che potrebbe essere il popolo dell’Emilia-Romagna o quello della Provincia di Mantova, che storicamente è di sinistra e permeato dal cattolicesimo progressista e dalle ideologie socialiste e comuniste, idee che sono veicolate dai sindacati, dalle reti di cooperative, dai patronati, da certi parroci e dai Circoli ARCI. In Sicilia non c’è una struttura simile. Per sua natura, il popolo siciliano è di destra o di centrodestra. Un’eventuale vittoria del centrosinistra in Sicilia avrebbe pesanti ripercussioni sul centrodestra, anche a livello nazionale. Ci sarebbero processi mediatici e discussioni a non finire e ci sarebbe il rischio di un tracollo anche a livello nazionale.
Se mi è permesso fare un pronostico, io scommetterei su una vittoria di Musumeci. Questi è un uomo nuovo (rispetto ad altri) e ha un’immagine pulita. Le cose che mi preoccupano (parlo da persona di centrodestra e del Popolo della Libertà) sono due. La prima è il caos causato dallo scandalo del Lazio. Questo scandalo (che ha visto coinvolto il capogruppo del Popolo della Libertà Franco Fiorito) potrebbe avere ripercussioni in Sicilia. La seconda è la "diaspora" del centrodestra. Infatti, Miccichè e Futuro e Libertà per l’Italia correranno da soli e potrebbero togliere voti a Musumeci.
Per quanto riguarda il centrosinistra (che ha candidato Rosario Crocetta) vanno dette alcune cose. Una vittoria del centrosinistra in Sicilia galvanizzerebbe questa coalizione a livello nazionale, però ci sono due incognite. La prima riguarda l’Unione di Centro. Infatti, dopo tanti anni di alleanza con il centrodestra, l’Unione di Centro correrà con il centrosinistra. La base di tale partito si è rivoltata contro i suoi vertici. In Sicilia non c’è quel cattolicesimo progressista che c’è qui a Mantova, in Emilia-Romagna o in Toscana. Ora, il sostegno ad un candidato di centrosinistra (ed omosessuale dichiarato) ha creato un forte imbarazzo nell’elettorato dell’Unione di Centro che pare che sia pronto a votare Musumeci. Per quanto riguarda il Partito Democratico, l’alleanza con l’UdC può essere rischiosa. Infatti, gli elettori più di sinistra potrebbero non votare Crocetta e dare il voto, per esempio, al Movimento 5 stelle. Se poi tenessimo conto delle "variabili impazzite" che sono proprio il Movimento 5 Stelle e l’astensionismo, potremmo capire che il panorama politico siciliano sia molto incerto.
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