Toyota inciampa ancora sui difetti di fabbricazione e annuncia un ulteriore maxi-richiamo di 2,7 milioni di veicoli nel mondo a causa di problemi riscontrati al piantone dello sterzo e/o alla pompa idraulica in alcuni modelli ad alimentazione ibrida.
La mossa, che interessa 1,5 milioni di vetture sul mercato domestico che ne fanno il piu’ grande intervento del suo genere fatto in Giappone, coinvolge 13 modelli (tra cui Wish, Corolla e Isis), di cui 630.000 veicoli con noie alla pompa e 620.000 con entrambi i difetti. Il colosso di Nagoya, secondo la notifica al ministero dei Trasporti nipponico, ha precisato che, a fronte di quasi 400 casi rilevati, non sono stati segnalati incidenti.
Nel richiamo, che interessa la seconda generazione dell’ ammiraglia Prius e i modelli prodotti da agosto 2000 a dicembre 2011, ci sono 669.000 vetture relative agli Usa e quasi 500.000 in Europa, secondo quanto precisato da una portavoce della casa automobilistica.
Appena a ottobre, Toyota, che nei primi sei mesi del 2012 ha riconquistato lo scettro di leader mondiale in base alle vendite e che ha ribadito l’ambizioso progetto di tornare a essere la numero uno delle quattro ruote a fine 2012 nonostante il boicotaggio anti-nipponico in Cina per le isole Senkaku/Diaoyu, ha annunciato interventi volontari per la correzione di problemi potenziali su ben 7,43 milioni di auto, in quello che e’ considerato il secondo singolo richiamo piu’ grande mai fatto nella storia dell’auto – dopo le 8 milioni di vetture annunciate da Ford nel 1996 -, a causa di problemi all’alzacristalli elettrico dei finestrini anteriori sul lato del guidatore di 12 tra modelli e loro varianti.
Secondo gli esperti del settore automobilistico, la mossa di Toyota conferma come il principale problema sia ancora quello della stardardizzazione di componenti e design: se da un lato e’ funzionale al taglio dei costi di produzione, dall’altro puo’ far aumentare l’ampiezza dei richiami.
Ad aprile, Toyota ha annunciato un dettagliato programma per promuovere standard dei componenti di base per generare economie di scala e uniformita’ qualitativa.
Il gruppo Volkswagen si sta muovendo per centrare livelli di standardizzazione fino al 70%, mentre Nissan sta anticipando una riduzione del 30% dei costi di sviluppo dei veicoli grazie a un sistema che punta all’uniformita’ dei componenti.
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