"Via via che passa il tempo, è sempre più evidente come la crisi dell’euro non sia stata prodotta da un’oscura, imperscrutabile maledizione ma da una devastante serie di illusioni, di omissioni e di errori". L’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in una intervista ad Italia Oggi, sostiene che la Ue fece volutamente esplodere lo spread che, per tutti i primi tre anni della crisi, era rimasto a quota 130, per costringere il governo a finanziare il fondo salva-banche (che serviva anche salvare gli istituti tedeschi e francesi) anziché il fondo salva-stati del quale avrebbero beneficiato tutti in modo più equo.
"I profitti fatti negli anni dell’età dell’oro, restavano incamerati da chi li aveva fatti, le perdite dovevano invece essere socializzate alias europeizzate – afferma -. Ne derivava che l’Italia, esposta più o meno per il 5%, avrebbe comunque dovuto contribuire, e senza ragione, per il 18%. Germania e Francia, in condizioni rovesce, non lo avrebbero mai fatto a favore dell’Italia. E’ per questo che è stato necessaria la chiamata del ‘podestà forestiero’, come ‘autoprofetico’ amò definirsi il non ancora senatore Mario Monti", "tutti gli atti di impegno datano 2012 e sono firmati da Monti. Non una ricostruzione antropomorfa del caso – le risatine ecc. – la vera ragione della caduta dell’ultimo governo eletto in Italia è stata questa: prendere i nostri soldi. In ogni caso, avremmo dovuto andare a votare. Perché qualcuno ha voluto che non si andasse alle urne? Perché c’era da pagare. E perché per farci pagare serviva un «podestà forestiero» nominato dai suoi amici".
Tremonti punta il dito contro "la lettera diktat" di Jean Claude Trichet (che impose anche l’anticipo del pareggio del bilancio italiano al 2013, ndr): "Nessun grande paese entra in crisi ed in una crisi profonda come quella che è orchestrata per l’Italia nel volgere di una sola settimana". Gli spread erano volati, però… "Il perché lo chieda a Trichet che aveva annunciato l’intenzione di non comprare i titoli italiani se non a condizione di una restrizione di bilancio, con l’anticipo del pareggio al 2013, che ora tutti considerano demenziale".
E del governo Renzi dice: "Un governo che, nella paura, ha fatto la sua causa fondativa, il suo oggetto sociale, a sua volta ha generato paura con i suoi interventi nocivi e sconclusionati".
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