Bianca Sharma viveva negli Stati Uniti, nel Texas. Il marito, un manager dell’informatica che con le sue intuizioni ha rivoluzionato il mondo del web e della sicurezza tecnologica, alla sua morte le ha lasciato una enorme fortuna. Così Mrs. Bianca Sharma, passione per i viaggi e i posti splendidi, un giorno si è trovata su uno yacht nel golfo di Amalfi. E una volta arrivata all’altezza di Conca dei Marini, che – come tutta la Costiera Amalfitana – dal 1997 è stata dichiarata dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità, è rimasta folgorata da quella visione, quasi non credeva a quello che stava osservando. Lassù, sulle rocce, aveva visto il Monastero di Santa Rosa, lì dove le monache di clausura avevano inventato la sfogliatella.
Quella costruzione secolare, passata da convento ad albergo, era rimasta abbandonata, un’altra volta travolta dall’incuria, come purtroppo succede a molta parte dello straordinario patrimonio artistico dell’Italia. A Bianca Sharma, ereditiera americana, bastò un attimo per innamorarsi di quella bellezza che non si può trovare da nessuna altra parte al mondo, e avendone la possibilità, con 14 miliardi e mezzo di vecchie lire il monastero se l’è comprato. La sua idea era di riaprire quell’albergo, con le necessarie ristrutturazioni e di ricreare un paradiso unico.
Ha lottato, la signora Bianca, e a un certo punto ha anche alzato bandiera bianca, quasi arrendendosi di fronte alle difficoltà, il più delle volte insormontabili, della burocrazia italiana. Aveva contro anche Italia Nostra, mentre Soprintendenza e Procura erano in contrasto una con l’altra. Quasi arresa, ma poi ha ripreso a lottare e finalmente due anni fa ha potuto aprire il Monastero Santa Rosa Hotel & Spa, un albergo a cinque stelle, con una piscina che si affaccia sulla costiera che in questo periodo, prima della chiusura invernale, offre stanze a 390 euro a notte.
"Come posso descrivere l’hotel? Intimo, caldo e romantico – così racconta la sua creatura Bianca Sharma – Non ho mai voluto che perdesse l’integrità della struttura con la sua semplicità e spiritualità. E i miei ospiti quando arrivano li incoraggio affinchè comprendano che questa zona ha possibilità infinite di escursioni e una delle mie attività preferite è di prendere una barca per godere del mare meraviglioso, delle insenature e delle grotte".
Nel giro di un paio di anni il Monastero Santa Rosa è stato già riconosciuto come uno dei migliori alberghi del mondo. Il motivo? "C’è la Costa Amalfitana, la natura è stata davvero gentile con questi luoghi – aggiunge Mrs. Sharma – poi per l’hotel certo l’attenzione ai particolari è davvero importante come uno sguardo in tutte le aree ogni giorno, ma io ho una grande fiducia nel mio staff e chi lavora qui tiene occhi e orecchie aperte".
L’ex monastero di Santa Rosa ha una storia ultra secolare che va indietro nel tempo ed è legata alla famiglia Pandolfo che si stabilì a Conca dei Marini nel XVº secolo. Una famiglia potente che aveva cariche pubbliche, patronati nelle chiese e proprietà terriere. Il 17 giugno 1680 fu benedetta la prima pietra di quello che divenne un monastero delle suore domenicane di clausura che grazie alle loro cospicue doti monacali permisero anche la realizzazione di un impianto idrico che sopperiva alle necessità del piccolo paese. Poi il Vescovo di Pozzuoli, Girolamo Dandolfi, che a Conca dei Marini era nato, donò al convento la reliquia di San Barnaba apostolo.
In quel luogo di serenità nacque anche la celeberrima sfogliatella ‘Santarosa’ anche se le monache non intuirono immediatamente la straordinaria invenzione che sarebbe diventata poi tipica della tradizione napoletana. Ma non appena fu apprezzata la bontà, le suore, visto il successo, diedero il nome della loro protettrice.
Nel 1866, a causa di una legge, la casa religiosa venne soppressa, ma le monache che vi abitavano rimasero lì fino alla morte: l’ultima suora scomparve nel 1912 e lasciò tutti i beni al comune. Dopo dodici anni di incurie, Massimiliano Marcucci, un albergatore romano, acquistò la struttura, trasformandolo in albergo, pur mantenendo intatto l’aspetto originale. Anche il grande Eduardo de Filippo vi dimorò e scrisse dei versi: ‘Io ccà me sento monaco, vulesse murì monaco’ (Io qui mi sento monaco, vorrei morire monaco). Pierluigi Caterina è stato l’ultimo proprietario prima di Bianca Sherma e durante la sua vita fece conoscere questo posto di una bellezza infinita a ospiti illustri come l’Avvocato Gianni Agnelli, Jacqueline Kennedy Onassis e la Principessa Margareth d’Inghilterra.