Silvio Berlusconi vuole puntare su candidati vincenti alle prossime elezioni comunali. La raccomandazione ai suoi è sempre questa: bisogna trovare qualcuno che riesca a catturare l’Italia del non voto. Il Cav vuole nomi forti che spariglino i giochi e possano riconquistare il consenso perduto, specialmente quello degli astenuti dell’area moderata. Non sarà facile, però. E soprattutto, ancora c’è tanto lavoro da fare per costruire il puzzle.
Chi correrà per la poltrona da sindaco a Milano? Il conduttore di ‘Quinta Colonna’, Paolo Del Debbio, che piace a Matteo Salvini e al Cav, resta in pole position. Anche le quotazioni del capogruppo di Fi al Senato, Paolo Romani, restano stabili, ma c’è chi scommette che alla fine la scelta cadrà su un nome nuovo, che resterà coperto fino all’ultimo, un outsider esterno alla politica. In alto mare la ricerca del candidato giusto per la corsa al Comune di Napoli, dove il centrodestra risulta troppo balcanizzato. Tra i papabili, comunque, resta sempre l’industriale Gianni Lettieri, che si presentò nel 2011 per la guida di palazzo San Giacomo e fu sconfitto al ballottaggio da Luigi De Magistris.
Meno in salita sembra la strada per trovare la soluzione sul primo cittadino di Torino. Per l’anti-Fassino sono stati sondati il conduttore tv Massimo Giletti (che ha detto ‘no, grazie’) e Guido Martinetti, fondatore della catena di gelaterie Grom, che difficilmente lascerà la sua azienda per fare il salto in politica. Intanto, tra i papabili di partito per il capoluogo piemontese, ossia in quota Fi, circolano con insistenza i nomi di Andrea Tronzano, capogruppo azzurro al Comune, e Claudia Porchietto, consigliere regionale forzista. Ma anche quelli dell’imprenditore Giuseppe Provvisiero, presidente dell’Ance Piemonte, e dell’avvocato Luca Olivetti, promotore dell’iniziativa ‘Un sogno per Torino’.
QUEI SOLDI CHE I RADICALI DEVONO AGLI AZZURRI Forza Italia vanta ancora un credito di circa 800 mila euro nei confronti della lista fondata dal leader dei radicali Marco Pannella, ma non può riscuoterlo per un contenzioso legale che va avanti ormai da circa 15 anni. Ultima puntata il ricorso presentato da Fi contro la decisione del tribunale sulla non esigibilita’ del credito. Spulciando l’ultimo bilancio del partito azzurro, quello chiuso al 31 dicembre 2014, si scopre infatti che Silvio Berlusconi ha crediti (comprensivi degli interessi maturati nel tempo) per 755.982 euro "iscritti nei precedenti esercizi" nei "confronti dell’Associazione politica nazionale ‘Lista Marco Pannella”. Nella nota integrativa al rendiconto la tesoriera unica Mariarosaria Rossi ripercorre l’odissea giudiziaria, ovvero le "13 vicende che si sono susseguite nel tempo" e costituiscono le varie tappe della battaglia a colpi di carte bollate.
I "crediti in oggetto – spiega la senatrice azzurra – risalgono agli accordi siglati il 15 aprile 1996, all’esito del successivo lodo del 14 dicembre 1996 ed al pronunciamento dell’arbitro unico, il professor Guido Alpa, che il 22 ottobre 1997 ha condannato la ‘Lista Marco Pannella’ alla restituzione della somma di 671.236 euro, in riferimento ai contributi a suo tempo da essa intimati, comprensivi di oneri accessori a loro addebitati". La Corte di Appello di Roma, poi, con sentenza del 2 marzo 1999 depositata il 15 giugno 1999, ha rigettato l’impugnazione da parte della ‘Lista Pannella’ del lodo datato 22 ottobre 1997, confermandone la validità. Allo scopo di recuperare l’ammontare del credito, sottolinea Rossi, "dopo solleciti inviati alla controparte e di fronte all’inerzia di quest’ultima, è stato proposto al Tribunale civile di Roma un ricorso per decreto ingiuntivo concesso provvisoriamente esecutivo il 4 ottobre 2006", ma la "controparte ha successivamente presentato opposizione".
Dopo alcune udienze, ricorda il tesoriere di Fi, il 26 ottobre 2009 il tribunale giudicante, "se da un lato ha riconosciuto la fondatezza delle argomentazioni proposte dai nostri legali stabilendo tra l’altro che i crediti effettivi comprensivi degli interessi maturati ammontano ad 755.982 euro, dall’altro lato ha inopinatamente determinato che non solo tale ammontare non debba essere reso dalla ‘Lista Marco Pannella’ poiché da compensare con importi a credito di questi ultimi, ma ha in aggiunta loro riconosciuto un ulteriore importo a fronte della scrittura sottoscritta nel 1996 per un ammontare complessivo di euro 254.000". Questa somma, continua Rossi nella nota integrativa al bilancio 2014, è stata "necessariamente saldata nel corso del 2010, mentre a fronte del credito di 755.982 euro si è costituito nei precedenti esercizi un apposito fondo rischi di pari ammontare, il cui importo è rimasto invariato nel presente rendiconto". A seguito di questa "inaspettata sentenza -conclude la senatrice azzurra- è stato come ovvio presentato ricorso alla Corte di Appello che nell’udienza svolta il 13 luglio 2010, ha rinviato il giudizio per la precisazione delle conclusioni alla data del 14 luglio 2015". E ancora non si conosce l’esito del ‘verdetto’.
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