Imprevedibile Luca Zaia, governatore del Veneto, leghista doc, che affrontando il tema dello ius soli, apre a una “terza via” per quanto riguarda la cittadinanza italiana, una via che ha a che vedere con i bambini nati in Italia da famiglie di immigrati regolarmente residenti nel nostro Paese. L’esponente del Carroccio è contrario a uno ius soli puro, tuttavia qualcosa va fatto perché “questi ragazzini molto spesso parlano il dialetto meglio di me”. Zaia apre a quei bambini nati in Italia, che parlano italiano, e che hanno studiato nello Stivale: “È una posizione mia personale – sottolinea il governatore – ma quello che deve essere chiaro è il no allo ius soli tout court”. Dunque, spiega Zaia, “se fossi io il legislatore per il Veneto l’applicherei a chi è nato qui, ha la residenza, è scolarizzato e parla la lingua”.
Per il governatore è giusta la battaglia “che per essere cittadini sia almeno necessario conoscere la nostra lingua, essere coscienti della nostra storia e civiltà”, tanto da dire che “l’esame di lingua dovrebbe essere ufficiale. Uno non serve che scriva la Divina Commedia, ma che conosca la lingua sì”.
L’opinione di Zaia come viene presa dalla Lega? “Un partito moderno che ha radici profonde e guarda al futuro, difende le istanze della sua gente. E anche questa – sottolinea il presidente della Regione – è un’istanza del territorio”.
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