“Il tema del decreto legge recante la recente riforma sulla Cittadinanza ha suscitato attenzione e dibattito nelle comunità degli italiani. Sarà certamente utile, e da seguire con attenzione la riflessione che si aprirà sul tema nel vostro Consiglio in questa sessione, per favorire una meditata considerazione, ed eventualmente riconsiderazione, dei temi che si sono aperti”.
Nel suo saluto al CGIE, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha aperto a una riconsiderazione della legge sulla cittadinanza, fortemente voluta dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, che taglia drasticamente lo ius sanguinis.
La Farnesina fa sapere che le parole del presidente Mattarella “sono perfettamente in linea con il Governo. Se ci sono dei miglioramenti da fare si valuteranno, anche se al momento non sembrano necessari”.
Dal Ministero viene fatto notare come il Capo dello Stato abbia prima controfirmato il decreto e poi promulgato la legge approvata dal Parlamento, con l’obiettivo di combattere le irregolarità e gli episodi di compravendita della Cittadinanza in alcuni Paesi del Sud America.
“I tempi per la revisione della legge erano maturi, il governo e il parlamento hanno inteso intervenire perché c’era il grande rischio di uno svuotamento del concetto stesso di cittadinanza: intervenire era necessario”. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, Giorgio Silli, alla plenaria del Consiglio generale degli italiani all’estero.
“Il legame con l’Italia deve essere alla base della cittadinanza”, ha proseguito Silli ringraziando il Cgie del confronto in fase di conversione del decreto. “Il risultato finale non è o bianco o nero: ci siamo confrontati e scontrati, c’è stato un testo duro, ma molto più morbido rispetto al testo iniziale e che ricalca la volontà politica del Parlamento di mettere dei paletti”.
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Per Filiberto Zaratti, capogruppo di Avs nella commissione Affari sociali della Camera, “quella legge è scellerata, lo abbiamo detto in tutti i modi in commissione e in aula, non hanno voluto ascoltare neanche una sola parola. Finalmente il Capo dello Stato fa notare che occorre modificarla. Lo ringraziamo e non possiamo non notare la reazione ridicola del governo che si dice in linea con le osservazioni del Quirinale: non hanno voluto sentir ragione e hanno fatto fare al nostro paese una pessima figura in tutto il mondo, creando imbarazzo nelle comunità degli italiani all’estero”.
Toni Ricciardi, deputato Pd eletto nella ripartizione estera Europa, commenta: “Quello che ha detto il presidente della Repubblica è un passaggio fondamentale e di vitale importanza. Evidentemente è emerso che durante l’iter parlamentare, in particolare in Senato, il decreto è stato peggiorato rispetto a quando è stato approvato a palazzo Chigi. La plenaria del Cgie elaborerà una proposta concreta per sistemarlo, intervenendo principalmente su due temi: correggere l’errore sulla doppia Cittadinanza, togliendo la parola ‘esclusivamente’, ed evitare la retroattività sullo iure sanguinis”.
Mario Borghese, senatore e vicepresidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero ringrazia Mattarella: “Il Capo dello Stato ha compreso il disagio che vivono gli italiani all’estero dopo la recente approvazione del decreto legge che ha pregiudicato il diritto alla Cittadinanza iure sanguinis con limitazioni che sono davvero inaccettabili. Credo che abbia colto perfettamente il ruolo storico degli italiani che vivono nel mondo e che arricchiscono l’identità della nostra Nazione. Siamo certi che le autorevoli e inaspettate parole del Presidente aiuteranno il governo e il Parlamento a riconsiderare le norme del decreto-legge. Noi del MAIE saremo disponibili a collaborare, certi che dal dialogo possano scaturire soluzioni buone per tutti”.
Per Andrea Crisanti, senatore del Pd eletto all’estero, la legge sulla cittadinanza, che cambia le regole per gli italodiscendenti, “è un insulto alla memoria degli italiani che per anni hanno contribuito a diffondere la nostra cultura all’estero. Ci sono 7 milioni di italiani all’estero, espatriati perché nella maggior parte dei casi l’Italia non ha dato loro opportunità”: con questa legge “gli facciamo due torti”, ha concluso Crisanti.
La legge sulla cittadinanza, che cambia le regole per gli italodiscendenti, “è un danno per l’Italia e per gli italiani all’estero, che però può essere corretto e noi stiamo lavorando a delle proposte”. Lo ha detto Francesco Giacobbe, senatore del Pd eletto all’estero. “Se c’è stato un grande nemico non è stata la norma in sè ma l’ignoranza, anche dei miei colleghi, sulla storia dell’emigrazione italiana. Dobbiamo fare in modo che le nuove generazioni capiscano meglio il fenomeno”.