Claudio Zin, senatore del Movimento Associativo Italiani all’Estero, ha reso noto di aver presentato un’interrogazione al Ministro degli affari esteri sulla questione del pagamento di una tassa di 300 euro per la trattazione delle pratiche di riconoscimento della cittadinanza italiana.
Il senatore del MAIE ha precisato che l’interrogazione verte sull’urgenza di rivedere la decisione – qualora sia inevitabile l’applicazione di questo ulteriore costo per i connazionali – nell’ottica di destinare integralmente ai Consolati le somme riscosse allo scopo di migliorare i servizi agli utenti.
Com’è noto il MAIE si è sempre dichiarato contrario a questa decisione del Governo, decisione che non tiene conto ad esempio, del fatto che 300 euro, per alcune famiglie italiane all’estero, rappresentano un costo insostenibile per vedersi riconosciuto, tra l’altro, un proprio diritto.
Inoltre, in Sudamerica, dove si registra la più grande comunità di discendenti italiani, tale processo può estendersi a volte oltre la sesta generazione, richiedendo adempimenti molto onerosi per il cittadino, per le spese per la ricerca e la traduzione dei numerosi documenti anagrafici, propri e dei propri ascendenti.
“Sappiamo bene che i consolati lavorano con difficoltà enormi, per carenza di personale e di risorse. Questa tassa sul connazionale, spesso spropositata anche a causa del cambio sfavorevole di certi Paesi – dichiara il sen. Zin – se non corrisponde almeno ad un miglioramento del servizio consolare in termini di sveltezza e di qualità del procedimento, finisce per aggiungere al danno la beffa, in quanto a fronte di un maggior incasso dello Stato, quelle risorse non sono destinate alla rete consolare, essendo slegate dal tema della ottimizzazione amministrativa”.
“Pertanto – prosegue il senatore -, ritenendo che questo tributo aggiuntivo potrebbe avere una sua giustificazione qualora le risorse da esso derivate venissero destinate dal Ministero dell’economia e delle finanze ai relativi capitoli di spesa del Mae, in ragione di un principio di coerenza amministrativa, abbiamo interrogato i ministri corrispondenti per sapere quali iniziative vogliano assumere affinché il contributo di 300 euro possa essere destinato all’azzeramento delle pesanti liste di attesa accumulatesi, soprattutto in America Latina, e al rafforzamento dei servizi consolari nelle circoscrizioni dove si concentra un elevatissimo numero di cittadini italiani”.
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