"Volevo fare un film sulla pacificazione. Sono partito dall’idea che sia arrivato il momento di lasciare gli antagonismi, fermare i conflitti, deporre le armi e arrendersi all’idea che il nostro nemico va conosciuto. Dobbiamo comprendere che cio’ che ci fa paura del nemico e’ che non lo conosciamo. Tutto questo senza ideologie di alcun tipo". Cosi’ Sergio Rubini ha presentato questa mattina a Roma il suo nuovo film da regista, ‘Mi rifaccio vivo" con Neri Marcore’, Emilio Solfrizzi, Lillo, Vanessa Incontrada, Margherita Buy e due piccoli camei per lo stesso Rubini e per Enzo Iachetti. La pellicola uscira’ nelle sale italiane il 9 maggio in 300 copie, distribuita da Fandango (anche alla produzione) e da Rai Cinema. Rubini ha poi spiegato cosi’ alcune scelte narrative: "Da ragazzino il lieto fine in un film mi insospettiva, invece con l’eta’ ho capito che il lieto fine suggerisce una strada e si prende una responsabilita’, e’ un atto di coraggio. Cosi’ come la commedia mi sembrava l’unico genere possibile per illustrare questa nostra parabola molto particolare". Il film la storia dell’imprenditore Biagio Bianchetti (Lillo), proprietario della BB magazzini e della sua eterna rivalita’, cominciata sui banchi di scuola, con il fortunato e affascinante Ottone Di Valerio (Marcore’).
Dopo una serie di disgraziati eventi, Biagio compie l’ultimo ed estremo gesto. Eppure una volonta’ suprema gli offre una seconda opportunita’ che lui decide di afferrare unicamente per vendicarsi e distruggere il suo antagonista nella vita e negli affari. Tornera’ sotto le mentite spoglie del grande imprenditore Dennis Rufino (Solfrizzi). E a proposito della scelta del cast Rubini spiega: "Sono partito prima da Emilio Solfrizzi perche’ conoscevo il suo talento comico e lo consideravo perfetto, cosi’ come Neri era perfetto al suo fianco. Stesso discorso per Lillo. Si dice che i comici ti tolgono lo spazio e ti mettono in ombra. Io invece ho incontrato dei comici diversi, molto generosi, disposti a seguirmi. Con Margherita e Valentina avevo gia’ lavorato moltissime volte, mi servivano delle interpreti per dei personaggi che fossero nevrotici. Vanessa invece era l’attrice giusta da contrapporre a quel tipo di femminilita’, lei e’ molto tranquilla e riflessiva". E sui contenuti che in qualche modo richiamano la crisi economica italiana e i tristi suicidi degli ultimi mesi dice:"Il film nasce con l’intenzione di mettere in scena una seconda possibilita’. Il cinema che piace a me non deve raccontare necessariamente la realta’, oppure raccontarla attraverso metafore anche fantastiche".
E’ Solfrizzi che poi ha sottolineato come e’ nato il progetto, una sera a cena "Sergio ci ha raccontato una sera a cena la storia che poi abbiamo girato. E’ stato semplice entrare nel suo progetto di cui siamo rimasti affascinati fin da subito. Poi Sergio mi ha detto che dovevo fare da involucro e dovevo contenere Lillo e a quel punto qualche dubbio l’ho avuto… Scherzi a parte mi sono divertito da morire a lasciarmi andare e ho capito che lo stile che mi si chiedeva era quello di un modo antico di recitare, ovvero molto anche attraverso il fisico".
"Sergio mi ha assegnato il ruolo di uno stronzo – dice Marcore’ – e mi e’ piaciuto molto. Si dopo aver parlato con lui abbiamo aderito subito al progetto perche’ si capiva che ci si poteva divertire molto. Il nemico? Lo devi conoscere ma non troppo perche’ alla fine ti rompe anche le scatole. Poi c’e’ Lillo che ha fatto il massimo che poteva fare e lo ricordiamo con tanto affetto…". "Lavorare con Rubini – dice Iachetti -e’ un onore, il mio e’ un ruolo piccolino un po’ alla francese e mi sono divertito moltissimo, anche quando non capivo neppure cosa dovevo fare…".
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