La lotta tra Beppe Grillo e le istituzioni continua inesorabile. Mentre il leader del Movimento 5 Stelle continua ad attaccare sul blog i rappresentanti della ‘vecchia’ politica, nessuno escluso, ecco contro di lui si muovono le Procure di mezza Italia. In primis quella di Torino, che ha chiesto nove mesi di reclusione per l’ex comico genovese, in un processo relativo alle dimostrazioni No Tav in Val di Susa: il nodo del contendere sarebbe una baita abusiva, che Grillo avrebbe assurto a simbolo del movimento (i cinque stelle hanno infatti orientamento contrario alla costruzione dell’Alta Velocità Torino-Lione e sono molto vicini al movimento No Tav) e risale al dicembre 2010, quando Grillo entrò all’interno della costruzione sequestrata, secondo l’accusa, violandone i sigilli.
Grillo, sulla questione, incassa la solidarietà di Laura Castelli, deputata M5S: "Quel giorno eravamo in tanti – scrive su Facebook – condannateci tutti". Ma non è questo l’unico grattacapo per il leader di M5S, il cui nome comparirebbe in altri fascicoli di inchiesta aperti dalle procure di Roma, Bergamo e Teramo: in questo caso l’ipotesi di reato è quella di ‘istigazione a militari a disobbedire alle leggi’: accusa che si riferisce al post pubblicato sul suo blog lo scorso 10 dicembre, in cui si invitavano tutte le forze dell’ordine, da Carabinieri a Polizia passando per l’Esercito, a "non proteggere più questa classe della gente" e a schierarsi invece dalla parte della gente. I tre fascicoli sarebbero stati riuniti, per competenza, dalla procura di Genova.
Intanto, dalle pagine del suo blog Grillo continua a sfogarsi contro la casta, citando anche l’Arancia Meccanica di Stanley Kubrick. "Cosa prova un cittadino alle prese con la crisi mentre guarda i telegiornali della sera? – si chiede – Le immagini scorrono per mezz’ora su quello che ha detto Renzi, sul viaggio di Capitan Findus Letta, sull’ultimo monito di Napolitano. Immagini sempre uguali. Il padre di famiglia, il disoccupato, l’esodato, il precario rimane sgomento. Ogni sera la stessa zuppa. Ogni sera, ogni maledetta sera. "E noi?", "E io?", "E la mia famiglia?", "E l’Italia?" "E il lavoro?", "E la lotta alla corruzione?", "E il taglio degli sprechi?" si chiede il cittadino. Nessuna risposta dal piccolo schermo. Tutte le sere, 365 giorni all’anno, le stesse immagini, le stesse facce, è il "metodo Ludovico" ripreso e adattato dal film "Arancia meccanica". Il cittadino è come il protagonista del film, Alexander DeLarge, legato con delle pinze che gli tengono gli occhi aperti e costretto a vedere i discorsi di Hitler e le adunate naziste accompagnati dalla nona Sinfonia di Beethoven. Può cambiare canale, ma le facce non cambiano. Può rifugiarsi nel giornale, ma i titoli sono sempre quelli, articoli pieni di vuoto, di nomi, di nulla. Il metodo Ludovico ti condiziona, arrivi a pensare che è giusto che le opposizioni non si oppongano, altrimenti sono eversive. Non dubiti più che un Parlamento di nominati possa modificare a suo piacimento la Costituzione e che un pregiudicato scriva la nuova legge elettorale e che il Paese sia in ripresa, grande ripresa: lo afferma il Nipote dello Zio a reti unificate. E dopo il telegiornale della sera, tutti insieme, a cantare "l’Inno alla Gioia in coro insieme a Saccomanni che ha detto: "L’anno prossimo canteremo ‘l’inno alla gioia’ dalla nona di Beethoven che è anche l’inno d’Europa”.
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