Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, in un’intervista a Qn, dichiara: “Bisogna che, pur nel rispetto della diversità di ruoli e di cultura politica, ciascuno metta al primo posto l’interesse nazionale. Per vent’anni ci siamo lamentati del fatto che la politica fosse fatta prevalentemente di insulti e che mirasse alla distruzione dell’avversario. Tutti abbiamo sperato in un bipolarismo maturo nel quale, su alcuni temi di interesse generale come le regole istituzionali, si potessero trovare convergenze tra maggioranza e opposizione. Oggi questo parrebbe possibile".
Alla domanda se sia favorevole a una legge elettorale che contribuisca a creare un sistema bipartitico, Berlusconi sottolinea: "Sarebbe una buona cosa. Ma la legge elettorale e’ fatta di tanti capitoli, che devono equilibrarsi fra loro. Ci stiamo lavorando sulla base del testo votato alla Camera tenendo conto che ogni correzione deve essere concordata tra il Pd e noi. Non credo ci siano problemi insolubili, ma spero che nessuno insista su delle forzature".
Elezioni anticipate? "Non credo che una campagna elettorale sia quello di cui il Paese oggi ha bisogno, viste le difficolta’ in cui ci troviamo", spiega l’ex premier.
Alla domanda se il candidato premier del centrodestra sarà ancora lui, Berlusconi risponde così: "Tolga pure quel se. Sono certo che la Corte europea dei diritti dell’uomo cancellerà una condanna paradossale ed ingiusta". E al leader della Lega Nord risponde così: "Per fare una rivoluzione liberale bisognerebbe in primo luogo essere liberali. Noi per questo Paese abbiamo fatto tantissimo. Salvini, al netto della propaganda, deve ancora dimostrare di saper fare qualcosa".
Quanto a un’eventuale nuova alleanza con Alfano, Berlusconi spiega: "Mi domando quale futuro si prefigurino i componenti del Nuovo Centrodestra. Se decideranno di far parte della sinistra saranno abbandonati dai loro elettori. Se resteranno al centro, soli e ininfluenti, nessuno trovera’ opportuno votarli. Mi sembra che debbano darsi una mossa".
Berlusconi quindi si dice contrario alle primarie nel centrodestra dove "il leader è stato legittimato dal voto degli italiani in moltissime occasioni. In vent’anni più di duecento milioni di voti".
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