Tutti gli opinionisti politici e tutti gli italiani onesti e civili si dissociano fermamente dal gesto commesso da Luigi Preiti, reo di aver sparato a bruciapelo verso il carabiniere brigadiere Giuseppe Giangrande dinanzi Palazzo Chigi, ferendolo gravemente domenica scorsa. Ma in tanti alzano il tiro sui politici di casa nostra. In un momento come questo le parole andrebbero misurate. Nessuno può essere giustificato per aver premuto il grilletto. Intanto, però, qualche onorevole strizza l’occhio alla rabbia che può esplodere in maniera tragica come nel caso dell’attentatore di Piazza Colonna. A riscaldare il clima già abbastanza bollente ci pensa Andrea Cecconi, deputato del Movimento Cinque Stelle. Cecconi al Secolo XIX ha dichiarato: “Preiti? Avesse sparato a un’auto blu, avrei capito il senso o il significato. Sparare a un carabiniere è deprecabile, sparare a un politico è una cosa diversa”. Una frase vergognosa che alimenta la tensione che si respira nei palazzi della politica.
Cecconi in pratica non condanna in toto il gesto di Preiti, ma solo il fatto che abbia mirato a un carabiniere. Se invece avesse puntato un politico, beh, allora Cecconi "avrebbe capito il senso e il significato del gesto". E non è il primo parlamentare pentastellato a reagire in questi termini al grave fatto di cronaca. Il Movimento Cinque Stelle non prende provvedimenti. Anzi, li prende per Marino Mastrangeli, senatore del M5S a cui è stata addebitata la colpa di aver frequentato troppo spesso trasmissioni televisive per poter esprimere le proprie opinioni. Diritto sancito non da Beppe Grillo, ma dalla Costituzione all’articolo 21. Una eccessiva esposizione mediatica e una piena violazione del regolamento del movimento di Grillo, si dice. Mastrangeli si difende, dicendo di non aver violato nessuna regola. Non bisogna frequentare talk show, e non vietarsi delle interviste come quelle rilasciate da Mastrangeli a Barbara D’Urso a Pomeriggio Cinque (o da Vito Crimi, capogruppo di Grillo al Senato, che rilascia interviste a Bruno Vespa senza alcun problema). Ed ecco che scatta la reazione della stampa online, che prende l’iniziativa: Freedom24 ha infatti aperto una sottoscrizione libera che miri ad espellere Andrea Cecconi, il parlamentare che non condanna fermamente la sparatoria di Palazzo Chigi, dal Movimento Cinque Stelle. E che anzi incita alla violenza. Per chi volesse, basta cliccare “Si” a questo link: CECCONI FUORI DAL MOVIMENTO 5 STELLLE. L’obiettivo? Raggiungere almeno 4mila voti. Gli stessi ottenuti da Stefano Rodotà alle cosiddette “Quirinarie”. Forza, votate!
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