Dovrebbero chiudersi entro l’estate le procedure per l’asta di assegnazione delle frequenze televisive. Lo ha detto oggi in Senato il viceministro allo Sviluppo economico, Antonio Catricalà, spiegando che "stiamo definendo gli ultimi dettagli con gli uffici della Commissione Ue. L’assegnazione delle nuove frequenze non riguarderà ad ogni modo Rai, Mediaset e TiMedia. Intanto domani "ci sarà una riunione tecnico-politica a Palazzo Chigi" su Poste Italiane, e in particolare sulla convenzione con Cassa Depositi e Prestiti e il servizio universale. Secondo Catricalà poi "è imminente il consolidamento di un nuovo soggetto detentore di cinque multiplex a seguito della imminente fusione tra Telecom Italia Media Broadcasting e L’Espresso".
Secondo il senatore Maurizio Rossi di Per l’Italia, componente della commissione, è però "necessario fermare l’asta delle frequenze televisive in digitale e capire come rimodulare tutta la ripartizione delle frequenze assegnate alle emittenti nazionali e locali. Occorrono soluzioni nuove e drastiche, che tengano conto dei molti ricorsi pendenti sulla pianificazione illegittima delle frequenze assegnate all’emittenza locale, che non ha avuto la riserva prevista per legge di un terzo delle frequenze coordinate. In vista di Ginevra 2015 è necessario utilizzare le frequenze ancora disponibili per ottimizzare la ricezione, ad oggi impossibile in molte zone del Paese, sia di diversi canali Rai che privati. Bisogna proporre all’emittenza locale di creare degli operatori unici regionali che possano razionalizzare e sfruttare al meglio le frequenze coordinate, che potranno essere riassegnate".
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