L’Italia del low cost. Un antidoto alla crisi, l’unico possibile. Strano e stupefacente non esserci arrivati prima. Italia a basso costo, a patto che sia davvero tale e reale. Il crollo dei prezzi, in tasca non c’è un euro. Saldi a parte, ormai si sconta tutto. L’Italia del ribasso. Ristoranti, viaggi, colazioni, va tutto giù, non solo la benzina. “Gli sconti fanno bene all’umore”, sentenzia con certezza assoluta e base scientifica il neuro scienziato Pietro
Pietrini, della facoltà di medicina dell’università di Pisa. In concerto con gli economisti Nicola Lattanzi e Daniele Dalli, il professore ha studiato i comportamenti del cervello ogni volta che facciamo un acquisto o scegliamo un oggetto al posto di un altro. “Spesso bastano pochi euro in meno per convincere una famiglia ad uscire di casa”.
Pesante nella sostanza e micidiale per gli effetti, la crisi economica impone un totale cambiamento nelle abitudini degli italiani. Incide sulla loro stessa vita, impoverendola in tutti i sensi: non c’è nulla da risparmiare, semplicemente non si può spendere più per mancanza della materia prima. I soldi. Butta male e i titolari di esercizi, in forte ritardo, ricorrono alla panacea. Palese l’abbattimenti dei prezzi, in alcune zone d’Italia ormai impazza il low cost. Pare funzioni. La tazzina di caffè a 50 centesimi, pubblicizzata a mezzo di cartelloni d’impostazione naif, e slogan ammiccanti scritti con pennarelli rossi e blu. Caffè, colazione, pizza, benzina: tutto offerto a prezzo scontato. Cappuccino più cornetto a un euro e 60 centesimi. Tre euro bastano e avanzano per una pizza; biglietti speciali anche per il cinema. La moda, chiamiamola così, sta prendendo piede con straordinaria rapidità. L’esempio l’ha dato la Toscana, ma l’adeguamento prosegue spedito in altre regioni di questa Italia low cost.
L’idea primitiva appartiene al napoletano Paquale D’Ario, titolare del caffè La Misenetta, a Livorno. Il Tg1 ne ha attivato la fantasia con un servizio che evidenziava come in Italia sono cresciute le vendite di latte e caffè nei supermercati. “La gente non fa più colazione al bar. E così ho deciso di tagliare i prezzi”. Cinquanta centesimi per la tazzina, la rivoluzione dei prezzi. La clientela mostra di gradire la novità. Inventato dalla compagnia statunitense Southwest Airlines e importato in Europa dall’irlandese Ryanair, il low cost è diventato un vero e proprio stile di vita. I vuoti nel portafoglio di ciascuno di noi hanno modificato i nostri comportamenti. E oggi non c’è nulla che possa salvarsi dalla spirale tutta rigorosamente al ribasso: non solo benzina e la tazzina di caffè, ombrelloni, sdraio, pizzerie, ristoranti, cinema, parrucchieri, dentisti. Uno strumento, il low cost, che viene usato dalle aziende per cogliere un’opportunità. Al di là dei saldi di stagione per l’abbigliamento, un autentico flop finora, l’offerta a prezzo scontato presenta anche aspetti curiosi. L’Eni, tanto per dire, ha deciso di lanciare l’idea del low cost a livello nazionale. La benzina con lo sconto di 20 centesimi ai distributori Agip ha stravolto le abitudini degli automobilisti. Una promozione imitata alle pompe da tutte le marche con il risultato di allungare a dismisura le file ai distributori di carburante nelle domeniche italiane, da un po’ di tempo. Eni-Caffè ha introdotto l’offerta colazione low cost. Si parla di questo: dalle 6,30 del mattino, cappuccino e cornetto e due ore gratuite di navigazione Internet per 1,50 euro. Un invito a fermarsi al grill, a mangiare, a fare il pieno con lo sconto, e la possibilità di controllare le proprie mail e di spedirne secondo esigenze.
Low cost anche in pizzeria, settore tra i più colpiti dalla crisi. Il saldo in pizzeria vale la domenica, da luglio a fine agosto. Pizza a 3 euro, sia al tavolo che da asporto. Anche questa iniziativa al ribasso è partita dalla Toscana, da Pontedera. Ma l’elenco delle offerte al ribasso, a prezzo scontato, si allunga di giorno in giorno. Incalzati dalla micidiale concorrenza dei cinesi, i parrucchieri si sono inventati le fasce low cost. Pacchetti tipo “taglio, piega, colore” il martedì, mercoledì e giovedì. Sapete quanto si spende? Quaranta euro, riducibili anche fino alla metà. I ristoranti, poi. Intanto giapponesi: 10/12 euro per il pranzo, meno di 20 per la cena. Funziona
pure il menù a volontà, si può mangiare di tutto a 19 euro. Il cinema ha riavvolto le bobine. Il lunedì la catena The Space vende i biglietti per i migliori film della passata stagione a 2,50 euro. A prezzo scontato anche il mare, diventato nelle estati passate una cosa per soli ricchi: sdraio e ombrelloni per gruppi di quattro persone a 12 euro al giorno. Un fatto storico, questo, impensabile fino all’inizio dell’estate 2012.
Il low cost come inversione del modo di pensare. Incuriosisce, attizza, entusiasma, un incentivo alle famiglie a uscire di casa: ma durerà? Il dubbio è questo e il problema pure. Il progetto complessivo guarda al futuro. Bisognerà poi vedere se, superato il momento di difficoltà, l’Italia del ribasso non deciderà di tornare a quella che era. Prima del low cost.
Discussione su questo articolo