Sette piantine di marijuana, coltivate per mesi in terrazza. Un ‘ottimo raccolto’, di oltre 500 grammi, esposto con tanto di confezione in piccoli cofanetti in piazza a Montecitorio prima di essere consegnato nelle mani di alcuni malati di sclerosi multipla. E’ l’ultima ‘provocazione’ dei Radicali, messa in atto davanti alla Camera da Rita Bernardini per chiedere, ancora una volta, non solo che ci sia libero accesso per i malati alla cannabis terapeutica ma anche che venga depenalizzata ‘subito’ la coltivazione per uso personale.
La deputata radicale ha messo in bella mostra la sua autoproduzione (illegale) e poi completato la sua ‘disobbedienza civile’ con la ‘cessione’ della fioritura delle piante. Un blitz terminato con l’intervento della polizia, che ha sequestrato la marijuana, identificato i ‘trasgressori’ ma che ‘non ha contestato alcun reato, ne’ per la coltivazione, ne’ per la cessione’ dice ‘stupita’ la stessa Bernardini leggendo il verbale.
La battaglia dei radicali, insieme all’Associazione Luca Coscioni e Detenuto ignoto, ha l’obiettivo ‘di fare ottenere a malati di Sla, di tumore o di Aids, l’accesso ai farmaci contenenti cannabinoidi’ ma anche di ottenere la depenalizzazione ‘della coltivazione di marijuana per uso personale, che oggi costa da 1 a sei anni di carcere. Oppure lo Stato – incalza Bernardini – deve ammettere che preferisce incrementare il narcotraffico’.
Il sit-in ‘Cannabis: Italia chiama Usa’, arriva dopo la legalizzazione in alcuni Stati americani della cannabis per uso terapeutico e ludico, ma anche dopo l’azione, pubblica, di disobbedienza civile che la deputata radicale conduce da mesi.
Bernardini infatti ha coltivato sul suo terrazzo la marijuana (gli stessi semi che aveva piantato a giugno in dei vasetti alla Camera), ‘postando’ ogni giorno su Facebook le foto della sua coltivazione. ‘Ho anche ricevuto molti consigli – racconta – dall’esposizione, al tipo di concime giusto da usare per sviluppare la fioritura’.
Sulla cannabis per uso terapeutico alcune Regioni ‘stanno legiferando, come la Toscana’, il Veneto e la Liguria (ma la legge e’ stata impugnata) spiega Filomena Gallo, avvocato e segretario dell’associazione Coscioni. Ma ‘e’ lo Stato che ha dei doveri nei confronti dei malati’. E i ragazzi presenti al sit-in hanno denunciato il fatto di essere trattati ‘come criminali’ ad esempio sui tentativi di autoproduzione. ‘Per molti la cannabis e’ l’unica salvezza contro i dolori e migliora sensibilmente la qualita’ della vita’. Per far valere il loro ‘diritto alla cura’ si dicono pronti a rivolgersi ‘al tribunale dei diritti dell’uomo contro questo Stato che ci tortura’.
Discussione su questo articolo